Semafori T-red, negato il dissequestro
Il tribunale di Verona ha confermato il sequestro per le apparecchiature che non potranno essere utilizzate sul territorio
I T-red rimangono sotto sequestro. È questo l’ennesimo colpo di scena nella vicenda dei semafori trappola che negli ultimi due anni hanno mietuto centinaia di vittime in tutta Italia e finiti nell‘occhio del ciclone perché dolosamente maltarati dall’azienda produttrice, spesso con la compiacenza di alcune amministrazioni locali con l’obiettivo di rimpinguare le casse statali.
Ebbene il Tribunale del riesame di Verona ha negato il dissequestro delle apparecchiature di rilevazione – la loro omologazione era stata inizialmente avvalorata dal ministero confermando quindi le multe – bloccando così quelle amministrazioni che già si preparavano a reinstallare i T-red in alcuni incroci sensibili delle città. Piccole realtà il più delle volte, come quella di Lerici, Comune ligure dove tutto ha avuto inizio grazie alla determinazione del comandante della Polizia Municipale Roberto Franzini che primo fra tutti ha scoperto gli illeciti del sistema di rilevazione.
“Il rigetto di revoca del sequestro – spiega lo stesso Franzini – è stato motivato asserendo che in base agli atti esaminati appare arduo sostenere che l’interfaccia di collegamento (quest’ultima non aveva ricevuto l’omologazione dal ministero, ndr) tra telecamera e impianto non sia essenziale al buon funzionamento del sistema e quindi non sia parte integrante dello stesso”. Un dettaglio non trascurabile quindi che ha spinto i giudici a non confermare l’assoluta correttezza del sistema di rilevazione semaforica.
Gli automobilisti di tutta la Penisola possono quindi tirare un respiro di sollievo. A scanso di sorprese, almeno per la stagione estiva, i T-red rimarranno spenti, con buona pace di quei Comuni che li hanno adottati.
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