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Sicurezza stradale, troppe vittime tra i motociclisti per colpa delle infrastrutture

Di Francesco Donnici
Pubblicato il 29 lug 2019
Sicurezza stradale, troppe vittime tra i motociclisti per colpa delle infrastrutture
Nel 2018 quasi un motociclista su dieci ha perso la vita a causa di infrastrutture inadeguate.

Se da una parte gli incidenti stradali in cui risultano coinvolti i veicoli a due ruote sono complessivamente diminuiti, bisogna sottolineare che nel 2018 quasi un motociclista su dieci ha perso la vita a causa di infrastrutture inadeguate e caratterizzate da una scarsissima manutenzione.

Questi dati relativi all’incidentalità in Italia sono stati diffusi dall’ACI/ISTAT e sottolineano l’emergenza in cui versano infrastrutture del nostro Paese. Secondo Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionali Ciclo Motociclo e Accessori, questi incidenti sono “ancora drammaticamente troppi”, infatti solo lo scorso anno, per colpa di buche, ostacoli accidentali o fissi presenti sulle strade o ai margini di esse, sono morti 75 motociclisti e sono rimasti feriti ben 1.773, rispettivamente pari all’8.9% e al 3,9% del totale dei morti e dei feriti sui veicoli a due ruote.

Questi dati evidenziano la necessità di intervenire immediatamente sulla manutenzione delle infrastrutture con l’obiettivo di ridurre gli incidenti dove risultano protagonisti i motociclisti. Una nota positiva arriva invece dalla recente approvazione da parte del Ministero dei Trasporti del decreto per l’istallazione dei guardrail “salva motociclisti”, anche e ANCMA auspica che sia presto implementato da altri interventi strutturali.

L’Associazione Nazionali Ciclo Motociclo e Accessori chiede con forza al Governo di un impregno maggiore e concreto nei confronti di questo problema che comporterebbe anche un forte contenimento dei costi sociali e sanitari provocati dagli incidenti stradali, pari ad oltre 5 miliardi di euro annui.

Per fortuna, in questi anni le aziende legate alla sicurezza – come ad esempio le Case motociclistiche e i fornitori di componenti tecniche – hanno investito denaro ed energie nelle operazioni di ricerca e sviluppo con l’obiettivo di innalzare gli standard di sicurezza attiva di ciclomotori e moto. Il medesimo discorso riguarda anche i produttori di abbigliamento tecnico, capaci di innalzare in maniera esponenziale il livello di protezione offerta dai propri prodotti.

L’impegno profuso da questi attori del mercato ha contribuito in maniera sensibile alla diminuzione del numero degli incidenti dove si sono verificati vittime e feriti su veicoli a due ruote. Per questo motivo l’ANCMA chiede a gran voce che gli investimenti e gli sforzi fatti da queste aziende non vengano vanificati dalla scarsa manutenzione che caratterizza le infrastrutture del nostro paese.

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