Speedline in crisi, dal successo dei cerchi in lega alla cassa integrazione
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Speedline, l’azienda veneta simbolo di eccellenza nei cerchi in lega, si trova oggi ad affrontare una delle sfide più difficili della sua storia. Nonostante una tradizione di leadership nel settore automotive, la società è stata dichiarata insolvente il 15 ottobre a causa di debiti superiori ai 20 milioni di euro, mettendo a rischio oltre 200 posti di lavoro. Questo scenario rappresenta un duro colpo per un’azienda che, in passato, produceva 3.000 ruote al giorno, ora ridotte a circa 1.200 con un solo forno operativo.
Speedline: le ragioni della crisi
Le ragioni di questa crisi aziendale sono molteplici e complesse. La transizione verso l’elettrico e il calo della domanda hanno scosso l’intero settore, mentre eventi globali come la pandemia, il conflitto in Ucraina e la crisi energetica hanno ulteriormente aggravato la situazione. A queste difficoltà si sono aggiunte scelte gestionali controverse, tra cui la delocalizzazione delle produzioni di pregio sotto Ronal e il progetto “Speedline Futuro”, fino alla gestione del fondo tedesco Callista, duramente criticata per la sua inefficacia.
Partnership di grido
Nonostante tutto, l’azienda mantiene relazioni con clienti prestigiosi come Ferrari, Lamborghini, Porsche e Maserati, un aspetto che sottolinea il valore del brand. Tuttavia, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è intervenuto con un tavolo di crisi e una terna commissariale per tentare di individuare un nuovo investitore e fare luce sulle responsabilità della gestione precedente. L’aggiornamento sul futuro di Speedline è atteso dopo il 28 gennaio, mentre l’azienda continua a rappresentare un caso emblematico delle sfide del Made in Italy nel mercato globale.
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