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Stellantis fa fuori un'altra fabbrica storica in Europa

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 1 apr 2025
Stellantis fa fuori un'altra fabbrica storica in Europa
Lo storico stabilimento Opel di Luton chiude dopo 120 anni, segnando la fine di un'era. Produzione trasferita a Ellesmere Port; 1.000 posti a rischio

Opel ha chiuso un capitolo di storia industriale con la fine delle attività nello stabilimento di Luton il 31 marzo 2025. Questo storico sito produttivo, attivo per 119 anni, ha visto uscire l’ultimo veicolo, un Opel Vivaro, alle 12:18 (GMT). La decisione, presa dal gruppo Stellantis, segna un cambiamento strategico nell’ambito della riorganizzazione della produzione di veicoli commerciali elettrici.

Fine della produzione

La produzione sarà trasferita a Ellesmere Port, nel Cheshire, che diventerà il nuovo centro britannico dedicato esclusivamente ai veicoli elettrici. Tuttavia, questa transizione ha generato non poche preoccupazioni, poiché oltre 1.000 lavoratori rischiano il posto. Stellantis ha assicurato che il benessere dei dipendenti è una priorità, ma il sindacato Unite ha criticato duramente la decisione, definendola un “tradimento” nei confronti della forza lavoro locale.

Tra i lavoratori, l’ultimo giorno è stato vissuto con emozione e riflessione. Steve Brown, veterano con 34 anni di servizio, ha descritto la giornata come “triste, ma inevitabile”. Muhammad Basharat, con 24 anni di esperienza, sta esplorando nuove opportunità nel settore edilizio, mentre Iftikhar Raja, ex addetto al controllo qualità, ha sottolineato il valore storico e umano dello stabilimento.

Un pezzo di storia che se ne va

Lo stabilimento di Luton rappresenta un patrimonio industriale ultracentenario. Fondato nel 1905, sotto il marchio Vauxhall, il sito ha visto cambiamenti significativi, tra cui la cessazione della produzione di automobili nel 2002, sotto la gestione di General Motors, con la perdita di circa 1.900 posti di lavoro. Recentemente, il consiglio comunale di Luton aveva espresso interesse per l’acquisizione dell’area, ma senza successo. Ora, il futuro di questa storica area industriale rimane incerto, sollevando interrogativi sulle prospettive professionali per coloro che hanno contribuito alla sua lunga tradizione produttiva.

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