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Takata: aperta procedura di fallimento dopo lo scandalo airbag difettosi

Di Francesco Donnici
Pubblicato il 26 giu 2017
Takata: aperta procedura di fallimento dopo lo scandalo airbag difettosi
Dopo un numero sempre maggiore di richieste di risarcimento l’azienda produttrice di airbag Takata ha avviato la procedura di fallimento.

Takata, multinazionale giapponese specializzata nella produzione di airbag, ha aperto ufficialmente una procedura di fallimento presso il tribunale di Tokio, dopo un numero sempre maggiore di richieste di risarcimento pervenute a livello globale in seguito ai richiami dovuti al cattivo funzionamento degli airbag prodotti dall’azienda.

La perdita netta denunciata da Takata ammonta a oltre 700 milioni di dollari, mentre i debiti raggiungono gli 8,03 miliardi di euro e risultano comprensivi dei costi che hanno dovuto sostenere i produttori di automobili per i richiami di questi componenti. Quella della Takata è la maggior insolvenza mai registrata da un’azienda giapponese, con pesanti conseguenze sulla Borsa del Paese del Sol Levante.

La vicenda ha avuto inizio nell’ormai lontano 2013, periodo in cui si sono registrati i primi richiami dovuti al cattivo funzionamento degli airbag incriminati. Da allora, le richieste di risarcimento sono aumentate in modo esponenziale, rendendo praticamente impossibile la ristrutturazione del debito della società. Purtroppo, secondo le autorità degli Stati Uniti, a causa degli Airbag difettosi prodotti da Takata, sono morte almeno 11 persone durante incidenti d’auto. Le stime totali parlano di un bilancio più grave che raggiunge 16 morti e oltre 180 feriti in tutto il mondo.

Contemporaneamente alla richiesta di fallimento, Shigehisa Takada – presidente e amministratore delegato di Takata – ha annunciato le sue dimissioni scusandosi con i creditori e tutti quelli coinvolti in questa complicata faccenda. Dal canto suo, il governo giapponese, attraverso il ministro dell’Economia e dell’Industria Hiroshige Seko ha annunciato un programma finanziario sviluppato per sostenere l’indotto che potrebbe essere condizionato dall’intera vicenda: si parla infatti di oltre 130 fornitori giapponesi che collaborano direttamente con la Takata. L‘azienda ha inoltre comunicato che continuerà a produrre i componenti fino al 2020, con lo scopo di soddisfare la domanda di fornitura per la sostituzione di milioni di airbag difettosi.

Takata ha convenuto di istituire due fondi di restituzione indipendenti: uno di oltre 850 milioni di dollari destinato a per risarcire i costruttori automobilistici per il costo dei richiami che hanno dovuto sostenere e un altro di 125 milioni di dollari per le persone che hanno subito danni fisici a causa degli airbag difettosi e che non hanno ancora raggiunto un accordo con la società.

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