Tampona in autostrada, la multa è di oltre 100.000 euro: ma perché
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Un automobilista svizzero si è visto infliggere una multa record di 98.500 franchi svizzeri (circa 105.000 euro) per non aver rispettato la distanza di sicurezza in autostrada. La sanzione, confermata dal tribunale federale, è stata calcolata tenendo conto del suo reddito annuo di 1,6 milioni di franchi. Questo caso mette in evidenza il peculiare sistema sanzionatorio della Svizzera, che modula le multe in proporzione alle entrate dei trasgressori, garantendo così un effetto deterrente equo per tutti i cittadini.
Multa in base al reddito
Il meccanismo ha previsto il calcolo di 50 quote giornaliere da 1.970 franchi ciascuna, oltre a 13.000 franchi di spese processuali. Tuttavia, il conducente potrà evitare il pagamento se non commetterà altre infrazioni nei prossimi due anni. Questo sistema, oltre a essere innovativo, riflette un approccio alla giustizia stradale che tiene conto delle differenze economiche tra i cittadini, offrendo una soluzione che potrebbe essere vista come più equa rispetto ai metodi tradizionali.
Anche la Finlandia adotta un modello simile, come dimostra il caso di una multa da 121.000 euro per un eccesso di limiti di velocità di 32 km/h. Questi esempi nordici stanno alimentando il dibattito sull’opportunità di implementare sistemi analoghi in altri Paesi. In Italia, per esempio, le multe sono attualmente determinate solo dalla gravità dell’infrazione. Un eventuale passaggio a un sistema basato sul reddito richiederebbe non solo una profonda riforma fiscale e amministrativa, ma anche un significativo cambio di mentalità collettiva.
Un modo diverso dall’approccio italiano
Questi modelli sollevano interrogativi importanti sul ruolo delle sanzioni come strumenti non solo punitivi ma anche di equità sociale. L’introduzione di un sistema basato sul reddito potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore giustizia, stimolando un dibattito che potrebbe estendersi ben oltre i confini nazionali.
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