La nuova realtà industriale è specializzata nella ricerca sul carbonio. Domenicali: “Usa mercato di riferimento per Lamborghini”.
La nuova realtà industriale è specializzata nella ricerca sul carbonio. Domenicali: “Usa mercato di riferimento per Lamborghini”.
Dal mezzo secolo di Miura, modello simbolo di Lamborghini, al nuovo laboratorio di ricerca per la lavorazione del carbonio. In mezzo, cinquant’anni di continua evoluzione per il marchio di Sant’Agata Bolognese, che focalizza il 2016 all’insegna dell’hi-tech.
Nelle scorse ore, e a pochi giorni dalla presentazione (avvenuta a Los Angeles) della nuova Centenario che sarà “tirata” in 40 esemplari, i vertici Lamborghini hanno inaugurato l’ACSL – Advanced Composite Structure Laboratory, un nuovo centro di ricerca che sarà interamente rivolto alle nuove tecnologie di lavorazione del carbonio. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza di Stefano Domenicali, dallo scorso 15 marzo amministratore delegato di Lamborghini, e di Maurizio Reggiani, direttore della Divisione Ricerca e Sviluppo.
L’Advanced Composite Structure Laboratory di Lamborghini ha sede a Seattle, uno dei centri principali a livello mondiale per le tecnologie aerospaziali, storicamente le prime ad avere impiegato la fibra di carbonio oggi di fondamentale importanza nell’impostazione delle scocche automotive. Con l’inaugurazione del nuovo laboratorio di analisi Lamborghini a Seattle, il marchio del Toro dimostra di mettere un tassello di grande importanza per la propria produzione futura.
Il centro di ricerca specializzato in tecnologie per la lavorazione del Carbonio di Seattle (alla cui guida è Paolo Feraboli) è stato fondato, in partnership con il big player dell’aeronautica Boeing, nel 2009. Successivamente, era stato trasferito all’interno del complesso che ospita la Washington State University. Adesso, dalla nuova collocazione nel territorio celebre in tutto il mondo per essere stata la culla di Microsoft e di altre aziende e società che hanno impresso una poderosa spinta tecnologica all’epoca contemporanea, il laboratorio assume un ruolo di realtà indipendente.
Il nuovo polo tecnologico per la ricerca sul Carbonio di Seattle (“Siamo stati i primi, verso la metà degli anni 80, ad impiegare il Carbonio nella produzione di autoveicoli di serie“, ha ricordato il nuovo amministratore delegato Stefano Domenicali) rappresenta, dal punto di vista delle nuove opportunità di mercato, un capitolo di primo piano nella storia che Lamborghini si prepara ad affrontare. Il marchio di Sant’Agata Bolognese e che fa capo al Gruppo Vag – Volkswagen Audi, oltre ad avere appena tagliato il nastro al nuovo Museo storico e in procinto di operare un maxi ampliamento (da 80.000 a 150.000 metri quadri, necessari allo sviluppo della Suv Urus attesa per il 2017) della propria area produttiva, guarda specificamente ai mercati di oltreoceano, e agli Usa in particolare, come uno degli sbocchi principali.
“Gli Usa rappresentano il mercato più importante per Lamborghini – indica Domenicali – Nel 2015 vi abbiamo venduto 1.200 autovetture: un terzo delle 3.245 totalizzate l’anno scorso. Adesso è il momento di operare un consolidamento del nostro marchio: la crescita è stabile, tuttavia non rincorriamo i numeri“.