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Termini Imerese dopo la Fiat: 1 miliardo per la rinascita

Di Andrea Barbieri Carones
Pubblicato il 15 feb 2011
Termini Imerese dopo la Fiat: 1 miliardo per la rinascita
Ecco l'accordo per la rinascita dello stabilimento di Termini Imerese dopo l'era Fiat: 1 miliardo di investimenti, di cui quasi la metà pubblici.

Ecco l’accordo per la rinascita dello stabilimento di Termini Imerese dopo l’era Fiat: 1 miliardo di investimenti, di cui quasi la metà pubblici.

Ieri è stato fatto il primo passo per far rinascere lo stabilimento di Termini Imerese, attualmente inattivo anche se ufficialmente ancora nelle mani di Fiat fino alla fine di quest’anno. Il Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha sottoscritto un accordo di programma con le istituzioni locali di regione, provincia di Palermo, Comune e Asi (area di sviluppo industriale), che prevede un sostanzioso stanziamento di risorse pubbliche (anche se inferiore a quanto previsto da Marchionne per i poli industriali del Lingotto): 100 milioni di parte del Governo e 350 milioni da parte della Regione Sicilia.

L’area sarà oggetto di investimenti complessivi di un miliardo di euro per l’avvio di sette progetti imprenditoriali scelti fra i 31 presentati in questi mesi. Gli investimenti dovranno garantire l’attuale occupazione della Fiat e dell’indotto, circa 2.200 persone. L’obiettivo futuro, però, è più ambizioso dato che mira ad arrivare a regime a 3.300 occupati nell’area

Ora l’accordo è al vaglio dei sindacati. Dal canto suo, Fiat si è impegnata a cedere gratuitamente i terreni e i fabbricati all’Asi una volta appurato che non sbarcherà un gruppo concorrente. Il Lingotto si farà carico anche di eventuali bonifiche. Dopodiché, le aree saranno suddivise tra le aziende selezionate che potranno beneficiare dei terreni e dei fondi pubblici dopo essersi impegnate ad avviare l’attività entro 20 mesi dall’insediamento e a mantenere i livelli occupazionali per dieci anni.

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Fra le 7 società scelte, 2 sono del settore automobilistico: la rinata De Tomaso e la Cape Reva. Una terza Casa, l’italiana Dr Motor Company, rimane in “lista d’attesa” visto che ha fatto giungere la propria manifestazione di interesse oltre il tempo massimo. E’ comunque possibile un ripescaggio dell’ultimo momento, “qualora una delle 7 aziende mostrasse delle difficoltà”.

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