Qualche chilometro a bordo della Peugeot 407 Coupé 2.7 V6 HDi rivela la francese come una granturismo comoda ma anche divertente
Qualche chilometro a bordo della Peugeot 407 Coupé 2.7 V6 HDi rivela la francese come una granturismo comoda ma anche divertente
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I puristi si sono dichiarati un po’ delusi: meglio la 406 versione Pininfarina…ma a noi sembra che anche questa Peugot 407 Coupé, realizzata dal centro stile Peugeot, sia riuscita molto bene. Una GT di una volta, un buon lavoro partendo dalla concept Prologue, che vedemmo a Ginevra 2005, se vogliamo un po’ all’americana con quella bocca a squalo e le branchie laterali, tipo Ferrari…
Dalla 407 berlina, dalla quale deriva, risulta ingrandita in lunghezza grazie agli sbalzi anteriori e posteriori rispettivamente di 55 e 85 mm, che portano il totale a 4815 mm. In compenso la coupé si abbassa di 44 mm (e quindi il baricentro scende di 2,5 cm) e si allarga per via delle carreggiate che crescono di 2 e 4,5 cm, rendendo la coupè decisamente più stabile e prestazionale.
Le linee tirate, grazie a un parabrezza basso che ben si raccorda con il padiglione allungato, la rendono decisamente filante, grintosa. A ciò si aggiungono i gruppi ottici anteriori molto allungati e una coda bombata che ben si sposa con il resto della vettura. Le due porte, di dimensioni generose (certe volte anche scomode nel momento dell’apertura…) completano il look sportivo della coupé.
Potenza dal V6 2.7 litri
Ma la parte più convincente è ancora davanti, al di sotto del cofano. Alludiamo al motore veramente generoso, quel V6 HDi 2.7 che la 407 ha ereditato dalla grossa 607 turbodiesel che la può spingere a prestazioni eccezionali. Questo grazie all’impiego di due turbine di piccole dimensioni in grado di fornire una coppia di 440 Nm a 1900 giri e una potenza massima di 204 CV a 4000 giri.
Per la versione turbodiesel, oggetto della nostra prova, la Peugeot prevede solo un cambio automatico tipo Tiptronic con funzione sequenziale a sei marce. Lo stesso cambio può equipaggiare anche le versione 3.0 a benzina, mentre per la versione con motore 2.2 sempre a benzina è previsto solo il cambio manuale a 6 marce.
La versione che abbiamo provato disponeva dell’allestimento Feline, più lussuoso rispetto al Tecno, che montava il navigatore satellitare, un raffinato stereo JBL con caricatore CD, sedili a comando elettrico e rivestimenti in pelle chiara, oltre a proiettori autodirezionali e sensori di parcheggio.
Granturismo divertente, ma con comfort
Sedersi al posto di guida è un vero piacere, con una posizione più bassa e più arretrata rispetto alla berlina. Ci ritroviamo il classico volante Peugeot, con la grossa corona, regolabile in altezza e profondità (regolazioni che mantiene e riporta quando si chiude la portiera). La manopola del cambio “cade” proprio al di sotto della mano, col braccio che appoggia comodamente su un bel bracciolo centrale.
Lo spazio è più che sufficiente e non solo per i passeggeri anteriori: solo i “giganti” possono sfiorare il padiglione nei sedili posteriori. In compenso colpisce subito la grande silenziosità all’interno, questo grazie ai vetri stratificati e la buona insonorizzazione del vano motore. Qualche vibrazione si comincia a sentire solo quando si inserisce il programma Sport, che sposta la taratura delle sospensioni più sul rigido, a vantaggio delle tenuta di strada..
Precisa e divertente, però occhio al peso…
Leggera sul volante, la 407 Coupé si inserisce con rapidità in curva e chiaramente predilige il misto veloce grazie al suo assetto piatto e neutro. Solo nelle curve molto strette accenna a un leggero sottosterzo, che si controlla facilmente alleggerendo il piede dall’acceleratore. L’ESP peraltro lavora in maniera impeccabile risolvendo tanti problemi, ma soprattutto avvisando quando ci si esalta un po’ troppo e si tende ad andare al di là del limite…
Limite che è decisamente alto. Attenzione però nei percorsi in discesa, dove il peso, decisamente notevole (è la Peugeot più pesante, a parte i modelli fuoristrada) può giocare brutti scherzi. I freni sono solidi, ma è bene non esagerare. Il cambio è dolce ma non velocissimo. Piacevole il sequenziale, ma non si tratta di un cambio da corsa. Una granturismo, in sintesi, che permette di tenere un gran passo, una divoratrice di chilometri, che grazie all’alto comfort consente trasferimenti lunghi senza stressare più di tanto.
Se si marcia con un piedino leggero, fluidi e veloci, i consumi sono adeguati, non certo eccessivi. Rimane una considerazione sul prezzo, che da Giugno è salito a 43.250 euro. In linea con le grandi coupè made in Germany, che forse mantengono un valore commerciale più duraturo nel tempo.