Ferrari F12 Berlinetta: la prova su strada

Valerio Verdone
02 Maggio 2013
298 Foto
Ferrari F12 Berlinetta: la prova su strada

Figlia della tradizione, la Ferrari F12 Berlinetta unisce una guidabilità grandiosa su strada e stupisce in pista.

Figlia della tradizione, la Ferrari F12 Berlinetta unisce una guidabilità grandiosa su strada e stupisce in pista.

Pensando a tutte le sportive estreme presenti sul mercato, ci siamo chiesti se qualcuno fosse ancora in grado di realizzare un’auto tanto sportiva quanto guidabile e godibile su strada, una vettura da sogno capace di non trasformarsi in un incubo non appena si passa all’asfalto, non sempre perfetto, della nostra penisola. Ebbene, dopo accurate riflessioni sulle supercar più in voga, abbiamo pensato che la candidata ideale al ruolo di regina delle gran turismo potesse essere lei, la Ferrari F12 Berlinetta, l’ultima di una stirpe gloriosa, che attinge alla tradizione e incarna l’innovazione. L’abbiamo provata in pista, nell’Autodromo di Modena, una struttura moderna e sicura, ma soprattutto su strada, terreno d’elezione per una vettura capace di emozionare senza dover procedere ad andature da Gran Premio.

Esterni: tra storia e aerodinamica

Elegante, aggressiva, classica, moderna, la Ferrari F12 accoglie nella sua estetica una quantitativo di concetti innovativi tali da mettere in difficoltà anche i più aggiornati. E’ figlia di una tradizione che annovera nomi incredibili come la 250 GTO, la 365 GTB4, per i puristi detta Daytona, e per questo non può prescindere da una linea con un anteriore importante e una coda appena accennata. Ma se questa è l’idea stilistica di base, dobbiamo dire che il Centro Stile Ferrari, in collaborazione con Pininfarina, l’ha evoluta grazie ad uno studio aerodinamico che lascia senza fiato per via dell’integrazione con elementi aerodinamici che esaltano le forme e migliorano l’efficienza della vettura. Ne sono un esempio l’Aero Bridge che utilizza il cofano motore per produrre carico aerodinamico verticale e gli spazi situati ai lati della grande presa d’aria anteriore, che si aprono per raffreddare i freni quando questi hanno bisogno di un maggiore apporto di aria. Inoltre, l’ampio Diffusore posteriore con 4 derive conclude una forma a T della coda che ricorda molto da vicino le monoposto di Formula 1.

>> Guarda le immagini della Ferrari F12 Berlinetta in prova

Non manca una cura maniacale dei flussi d’aria del sottoscocca per mantenere l’auto sempre piantata a terra senza avere la necessità di vistose e antiestetiche appendici aerodinamiche supplementari. Il risultato è un’efficienza complessiva di 1,12, ovvero un valore che raddoppia quello della precedente 599 GTB Fiorano, un Cx di 0,299 e un carico verticale di 123 kg a 200 km/h (superiore del 76% rispetto alla 599 GTB Fiorano). Ma la F12 non è solo un fuso che taglia l’aria utilizzandola per migliorare la guidabilità, è un’auto dalle proporzioni classiche, con un frontale tanto aggressivo quanto elegante, una fiancata scolpita e muscolosa e una coda innovativa e intrigante. Bella in foto, diventa magnetica dal vivo, dove ogni dettaglio spicca in una sconvolgente armonia.

Interni: comodità sportiva

Come il motore, anche il posto guida è stato abbassato per avvicinare il Baricentro all’asfalto, ma non temete, entrare nella F12 non è un esercizio proibitivo, si accede all’abitacolo con disinvoltura e si esce con altrettanta naturalezza, niente a che vedere con certe supercar che sembrano nate per posizionarsi sulla griglia di partenza… La visibilità è ottima, considerata la categoria d’appartenenza, tanto che anche le manovre in spazi angusti non rappresentano un problema. Lo spazio a bordo per pilota e passeggero è ampio, il bagagliaio da 320 dm3 è più che sufficiente per le esigenze di una coppia e, volendo, si può sfruttare anche lo spazio dietro i sedili… Tranquilli, è sempre una Ferrari, con tanto di materiali pregiati, pellami di prima scelta e un fascino hi-tech che conquista.

Sedersi con il Cavallino Rampante in bella mostra al centro del volante è un’operazione carica di suggestione, così come l’utilizzo del “manettino” presente sullo stesso. Non ci sono altri comandi che distolgono l’attenzione dalla corona, tutto è lì, a portata di mano, dalle frecce, al pulsante d’accensione, passando per i tasti dedicati ai tergicristalli, al lampeggio ed alla regolazione della rigidità delle sospensioni. La strumentazione presenta un grande contagiri al centro e due schermi: quello di destra consente di accedere alle funzioni info-telematiche come il navigatore, l’impianto audio e la connessione al telefono, mentre quello di sinistra fornisce delle schermate che consentono di conoscere se le temperature delle gomme e degli organi meccanici sono ottimali, e i parametri della vettura in base alla modalità scelta sul manettino. Volendo, si può utilizzare lo schermo di destra come tachimetro e quello di sinistra per avere informazioni generali come il livello del carburante, la temperatura esterna, quella dell’acqua e dell’olio. A ricordarci che la Ferrari F12 è pronta a fare sul serio ci pensano i grandi paddles del cambio al volante, la pedaliera in metallo e la scritta Ferrari che campeggia sotto le bocchette d’areazione al centro della plancia. Dopo aver trascorso qualche istante a prendere confidenza con i comandi, l’istinto è quello di premere il tasto Engine Start, di colore rosso, e dar vita al V12.

Su strada: l’essenza della guida sportiva

Ascoltare il rombo del V12 da 6.262 cm3 che prende vita è un momento magico, un istante da assaporare in religioso silenzio mentre nell’aria si diffonde un suono intriso di passione e il cuore inizia a battere più forte. Ma la suggestione lascia il posto alla concentrazione mentre ci allontaniamo da Maranello per dirigerci sulle colline dove i collaudatori testavano ogni vettura prima che venisse costruito il circuito di Fiorano. Sono strade tortuose, ricche di curve, dove il traffico e il codice della strada non consentono di attingere a piene mani ai 740 CV che questo propulsore riesce ad erogare ad 8250 giri. Ma non si tratta di un problema insormontabile visto che l’80% dei 690 Nm di coppia è disponibile a soli 2.500 giri e che quest’ultimi salgono in maniera rapidissima mentre il V12 canta con acuti adrenalinici.

L’erogazione è velocissima, ma la sinergia con cui il motore esegue gli ordini dell’acceleratore è quasi commovente e il piede destro diventa un direttore d’orchestra che gestisce le operazioni. Con 740 CV sotto il piede, quando si passa alla penultima modalità del manettino, quella che esclude il controllo di trazione, l’auto è ancora più disinvolta in uscita di curva e allarga con la coda quel tanto che basta per farvi sentire piloti. Ma è meglio non esagerare, perché, punti patente a parte, ci si trova al cospetto della Ferrari più potente in produzione, se si esclude LaFerrari presentata a Ginevra. In certe condizioni ci vuole prontezza, precisione e tanta, tanta sensibilità!

Il bello della F12 però, è che diverte anche se non si forza il ritmo, se non la si strapazza e se non si tirano le marce fino in fondo. Grazie al velocissimo Cambio a doppia frizione a 7 marce, allo sterzo che riproduce le asperità dell’asfalto come se lo si toccasse con i polpastrelli e ad una distribuzione dei pesi ottimale, con il 54% dei 1525 kg complessivi spostato al posteriore, non fa rimpiangere la velocità d’azione tra le curve di una 458 Italia, ma possiede un allungo che non finisce mai e si trasforma in un’autentica fabbrica del piacere non appena s’intravede l’uscita di curva o l’accenno di un rettilineo.

Tutte queste qualità sono ulteriormente impreziosite da un comfort di marcia che non ti aspetti, soprattutto se commisurato alle prestazioni stratosferiche: i sedili sono comodi, ma non per questo disdegnano un efficace contenimento, le sospensioni riescono a filtrare le asperità senza affaticare la schiena e la posizione di guida è ottimale e consente di uscire dagli incroci senza farsi venire il torcicollo. Insomma, una supercar che può essere usata per viaggiare tra le strade più affascinanti del mondo, e che non diventa proibitiva nemmeno quando è necessario guidare in città.

In pista: sorprendentemente agile

Premesso che il nostro intento in pista non era quello di verificare le doti velocistiche della F12, che a Fiorano ha girato in 1’23” e tocca i 200 km/h con partenza da fermo in soli 8,5 secondi, ci siamo diretti all’Autodromo di Modena, approfittando dell’ospitalità della direzione, per fare qualche giro e assaporare, senza le insidie del traffico, il carattere della Berlinetta di Maranello. Ebbene, le curve che si susseguono nell’impianto e i due brevi allunghi, ci hanno consentito di verificare e apprezzare le potenzialità di questa vettura senza il bisogno di cercare il limite. Infatti, la capacità di riallinearsi in uscita di curva, la voracità con cui divora i rettilinei e l’allungo strepitoso, il V12 raggiunge la zona rossa intorno agli 8500 giri, rendono la F12 un’auto efficace alla stregua di una supercar a motore centrale. In effetti il propulsore di questa Ferrari è arretrato verso l’abitacolo e si può definire tranquillamente anteriore-centrale, il bilanciamento è ottimale e il passo, più corto rispetto alla 599 GTB Fiorano, una manna per girare nelle curve più rapidamente.

Un sogno da 274.400 euro

I sogni non hanno prezzo, quelli a 4 ruote però ne hanno uno, di solito alto, in certi casi altissimo. Ma una Ferrari non è mai stata a buon mercato, figuriamoci una Berlinetta V12 che incarna il meglio della tradizione del Cavallino Rampante e possiede tutti gli ultimi ritrovati in termini di Aerodinamica ed efficienza motoristica… Per questo non possiamo rimanere troppo sorpresi dai 274.400 euro richiesti per questa gran turismo d’eccezione. D’altra parte è difficile trovare una concorrente che sia capace di essere altrettanto veloce e potente senza sacrificare il comfort sull’altare delle prestazioni. Ovviamente, se avete intenzione di rendere la F12 ancora più esclusiva di quanto non lo sia già, sappiate che potete attingere a piene mani al programma di personalizzazione Ferrari.

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