Anticonformista rispetto al passato, ha preso definitivamente la forma di un suv. E con le due ruote motrice diventa pure “economicamente gestibile”
Anticonformista rispetto al passato, ha preso definitivamente la forma di un suv. E con le due ruote motrice diventa pure “economicamente gestibile”
Abituati alle forme squadrate del passato, la Jeep Cherokee odierna sembrerebbe aver tagliato i ponti con la storia recente. Mutano le forme, cambia il pianale, cambia anche il target di cliente. Meno “Jeep” e più suv secondo alcuni, decisamente più attenta al dettaglio che in precedenza. La versione protagonista della nostra prova non vanta le specifiche degli altri modelli in gamma, sempre pronti a far del fuoristrada. Rappresenta piuttosto l’entry level all’interno della gamma Jeep Cherokee.
Jeep Cherokee 2.0 Mjt II Limited: spazio e tecnologia
Decisa a conquistare di forza un posto nell’Olimpo dei suv, la Jeep Cherokee cede al fascino delle rotondità. Lunga 4,6 metri e larga 1,85, vanta uno spazio a bordo adeguato a quello delle rivali di segmento. La seduta posteriore però, è conformata per ospitare al meglio due passeggeri. Così quello centrale risulta essere un po’ “costretto” rispetto agli altri due. Peccato, perché i centimetri per le gambe non mancano e i cinque posti “veri” sarebbero stati a portata di mano. A proposito di volumi, i litri garantiti dal vano bagagli sono pari a 591. Un dato che fa riferimento dalla seconda fila di sedili fino al tetto. In questo caso però i numeri potrebbero trarre in inganno, perché la conformazione del vano non consente di sfruttare appieno il valore dichiarato, a causa dell’andamento del lunotto. Si può sempre ripiegare nella zona riservata alla ruota di scorta (quando non presente).
Ma è non solo lo spazio ad essere protagonista su Jeep Cherokee. Perché la consuetudine delle quattro ruote, passa ovviamente dall’infotainment. La multimedialità di bordo prende il nome di sistema Uconnect ed espleta le proprie funzioni con uno schermo touchscreen da 8,4″, posizionato al centro della plancia. Da qui è possibile regolare la maggior parte delle funzionalità offerte da Cherokee. Facile ed intuitivo, non è chiaro come mai la musica tenda a “saltare” quando si “maneggia” con il sistema di navigazione. Misteri della connettività 2.0.
Jeep Cherokee 2.0 Mjt II Limited: turbodiesel parsimonioso
Il ventaglio di motorizzazioni disponibili quando si tratta di Jeep Cherokee è molto variegato. Così la scelta del due litri turbodiesel, abbinato alla trazione anteriore, pare quanto mai scontata e ovvia. Perché, spesso, la trazione integrale è solo un vezzo più che una reale necessità. E poi, questa configurazione, è certamente la più “conveniente” in termini di costi di gestione. L’unità 2.0 Mjt II è tra le più gettonate all’interno del mondo FCA. I 140 CV di potenza massima sono coadiuvati da 350 Nm di Coppia motrice a 1.500 giri/minuto. Testata in alluminio, turbocompressore a geometria variabile ed iniezione diretta common rail, sono solo alcuni dei tratti distintivi del 2.0 Mjt II. Peculiarità che consentono alla Jeep Cherokee di consumare 5,3 l/100 km nel ciclo combinato, a fronte di emissioni di CO2 pari a 139 g/km. Un dato, quello dichiarato relativo ai consumi, che si discosta dalla realtà del quotidiano. Realtà in cui i 6,5 l/100 km sono una reale possibilità. Un valore di assoluto rispetto vista la mole della vettura. A condividere le certezze del turbodiesel nostrano, ci pensa un cambio manuale a sei rapporti.
Jeep Cherokee 2.0 Mjt II Limited: il test drive
Spesso si sprecano parole circa la dinamica di guida. Dal Sottosterzo al sovrasterzo, passando dalle varie fasi d’inserimento in curva. Ma la Jeep Cherokee non manifesta alcuna velleità in ambito sportivo e la volontà predominante risponde alla voce comfort. Morbida al punto giusto, il suv italo-americano soddisfa le esigenze di chi cerca un’ammiraglia a ruote “alte”. I punti meno positivi del complesso Cherokee sono frizione e cambio. Dura la prima, contrastato il secondo. Elementi poco adatti ad affrontare il traffico cittadino. La pressione da esercitare sulla frizione affatica durante le lente percorrenze in coda, mentre i passaggi di marcia non sono poi così fluidi. Alle critiche risponde invece uno sterzo preciso e dalla taratura ottimale per la tipologia di vettura: leggero quando serve, “presente” alle alte velocità. Tra gli altri punti di forza della Jeep Cherokee in oggetto, c’è certamente la silenziosità. Buona l’insonorizzazione di bordo, così come il comfort offerto dai sedili. Caratteristiche di grande interesse quando si tratta di affrontare un lungo viaggio. A cui si va ad aggiungere un motore dal piglio rotondo, sempre pronto a salire di giri, che perde vivacità solo intorno ai 4.000 giri/min.
Jeep Cherokee 2.0 Mjt II Limited: il prezzo
Non ha mai mostrato alcun timore reverenziale nei confronti di Audi Q5 e BMW X3. Ecco perché la Jeep Cherokee a due motrici e motorizzazione turbodiesel, si presenta ai nastri di partenza con un conto di 44.500 euro. Un prezzo di listino ai vertici della categoria, in linea però con quello delle rivali più dirette. Ma almeno li vale? Dipende dai punti di vista. La qualità delle finiture è di livello, ma non ancora equiparabile a quello delle competitor tedesche. Di fatto, l’allestimento Limited mette l’acquirente nelle condizioni di non dover pensare a nulla. Tutto è di serie, dal navigatore ai sedile in pelle. Ci sono due porte Usb, un ingresso per scheda SD e una presa aux. Senza contare la presa di corrente all’interno del bagagliaio e quella tra i due sedili anteriori che serve i passeggeri posteriori. Un pacchetto full optional che la concorrenza di cui sopra nemmeno si sogna. Così, è solo la vernice metallizzata ad essere considerata un vero accessorio. L’unico vero punto a sfavore della nuova Jeep Cherokee, è che non sia ancora in grado di garantire certezze quando si tratta di tenuta del valore dell’usato. Altro fattore da tenere in considerazione quando si spendono 44.500 euro.