Alfa Romeo 4C: la prova su strada e in pista

Valerio Verdone
13 Maggio 2016
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Alfa Romeo 4C: la prova su strada e in pista

Un’auto senza compromessi e senza filtri…tutta da guidare!

Un’auto senza compromessi e senza filtri…tutta da guidare!

L’abbiamo attesa per mesi e finalmente è arrivata in redazione, stiamo parlando della più estrema delle Alfa Romeo attualmente in produzione, ovvero la 4C, una due posti secchi che non ha nulla da invidiare alle supercar più affascinanti ed è riservata ai puristi, a coloro che sono disposti ad accettare la sua indole da auto da corsa nuda e cruda.

Esterno: pronta per la pista

Così bassa da terra da costringere il guidatore a riflettere a lungo se attraversare o meno alcune strade, l’Alfa 4C è lunga come un’utilitaria, quasi 4 metri, 3,99 metri per l’esattezza, alta quel tanto da indurre a guardare con terrore le ruote dei camion (1,18 metri) e larghissima, 1,87 metri, al punto di dover scendere al casello autostradale se non si possiede un telepass, per via del telaio che avvolge gli occupanti. Le sue proporzioni sono uniche, meravigliose, e si potrebbero passare ore ad ammirarle: erano anni che non vedevamo un’Alfa Romeo così! Senza apparire di parte, si potrebbe tranquillamente affermare che è una delle vetture più riuscite di sempre da un punto di vista stilistico, e le ovazioni ricevute su strada, le folle radunate ogni volta che l’abbiamo parcheggiata, la dicono lunga sul suo fascino e su quanto sia apprezzato il Marchio del Biscione tra gli appassionati.

Interno: seduti per terra

Ci vuole agilità e spirito d’adattamento per salire a bordo della 4C, se poi si ha familiarità con la tuta da corsa, allora il problema non si pone: già, perché cinture di sicurezza e roll-bar a parte, la coupé Alfa Romeo è un’auto da competizione libera di circolare su strada e anche il suo abitacolo è quello di una vettura pronta per correre. Si sta seduti dove di solito c’è il pavimento della vettura, i sedili sono estremamente sottili e bassi, perché bisogna sentire ogni reazione, il prima possibile. La plancia è scarna e, a parte la strumentazione digitale, non è che susciti un grande appeal, anche se lo sterzo a due razze è interessante e la visuale anteriore è veramente buona. Altrettanto non si può dire per quella posteriore, da dove si vede solamente il motore e pochissima strada, mentre i comandi della climatizzazione sanno di dejavù e ricordano quelle delle utilitarie Fiat. Una caduta di stile? Più che altro un adattamento in un interno pensato essenzialmente per guidare.

Al volante: massima concentrazione

D’accordo, la descrizione della vettura è d’obbligo, dopo tutto è un test, ma è il comportamento dinamico quello che contraddistingue di più la 4C. Lo diciamo subito, per strada l’utilizzo richiede tanta attenzione e in pista ancora di più: l’auto è così rigida che ogni asperità passa direttamente dalle ruote al midollo, mentre lo sterzo è così sensibile che costringe ad una presa salda anche quando si va a passeggio, perché copia perfettamente qualsiasi cosa passi sotto gli pneumatici. Con l’asfalto umido, a gomme fredde, occorre dosare bene il gas, perché è a dir poco esuberante, mentre quando le coperture entrano in temperatura è comunque consigliabile prestare attenzione a quanta potenza inviare alle ruote. Questo perché l’avantreno tende a veleggiare sulle asperità e il retrotreno scatta come uno scippatore quando il furioso 1.750 cc sovralimentato sprigiona i 350 Nm di coppia ed i 240 CV sulle ruote posteriori con un lag che potrebbe sorprendere in percorrenza di curva. Nei primi chilometri la 4C è così estrema che si tende ad andare piano per non stuzzicarla, poi quando le buche diminuiscono, e capisci che puoi fidarti un po’, apprezzi la grande accelerazione (0-100 km/h in 4,5 secondi), l’inserimento in curva fulmineo e la sua vocazione per il misto. Ecco, quando non hai più timore nel giocare con i paddle del cambio robotizzato a doppia frizione a secco a 6 marce, la 4C inizia a farti innamorare. Non è un’auto per timidi, è un mezzo per uomini duri, che non hanno paura di sfidarla, va dominata, guidata con decisione, ma anche rispettata, percorrendo le traiettorie con pulizia e accelerando nella maniera giusta. Insomma, sulle prime spaventa, ma dopo conquista. Sarebbe riduttivo parlare di consumi su questa supercar in miniatura, ma è importante dire che, se non le si tira troppo il collo, si percorrono oltre 12 km/l.

In pista: un’auto da corsa

Eccoci finalmente in pista, sul circuito dell’Isam di Anagni (FR), dove la 4C incontra la SZ, rappresentante di un’altra generazione di Alfa Romeo sportive. Ebbene, la coupé del Biscione ci tiene a far capire alla sua antenata che adesso è lei che comanda, e non si tira indietro nemmeno sotto la pioggia. In una giornata uggiosa aggredisce le curve, si aggrappa all’asfalto con il retrotreno dalla motricità grandiosa e pennella le traiettorie con il volante senza servo sterzo e senza filtri. Per qualcuno questo particolare è un difetto, ma per noi è solamente un vantaggio, e poi pazienza se in parcheggio si fatica un po’. La 4C ha un passo cortissimo, di appena 8 cm superiore a quello di una 595 Abarth, per cui la reattività è massima, e se in curva si esagera con il gas, bisogna subito rispondere con un controsterzo, e il più delle volte anticiparlo, pena un testa-coda quasi inevitabile! Quindi ci vuole massima concentrazione, soprattutto per il turbo-lag, e poi bisogna considerare un certo alleggerimento dell’avantreno in velocità. Ma una volta capita, la 4C va fortissimo, e grazie all’insonorizzazione inesistente, regala tutte le emozioni di un’auto da corsa. Bellissimo il sound del 4 cilindri sovralimentato, che sembra avere molti più cavalli dei 240 dichiarati e può spingere la coupè Alfa Romeo fino a 258 km/h. Quando si accelera si riesce ad immaginare tutto il movimento degli ingranaggi del motore, come avviene nei film, durante le gare di accelerazione, poi si viene proiettati in avanti con una forza devastante, grazie ad una massa totale nettamente inferiore ai 1.000 kg. Insomma, la 4C non accetta compromessi, ma in compenso è diretta come nessun’altra, e offre un grande potenziale, anche se in pochi possono sfruttarlo a pieno.

Prezzo: da 65.000 euro

Per mettere in garage un’Alfa Romeo 4C, un’auto destinata a rivalutarsi con il tempo, ci vogliono, almeno 65.000 euro, a cui si possono aggiungere altri 2.500 euro per la vernice Rosso Competizione, e ulteriori 1.400 euro per avere i cerchi a 5 fori da 18 pollici all’anteriore e 19 pollici al posteriore. Volendo, ci sono altri optional, che possono far lievitare il listino, ma il punto è: 65.000 euro sono tanti? Certo, non sono pochi, ma se pensate che con la stessa cifra la 4C offre emozioni che solo le grandi supercar possono trasmettere, potrebbe anche essere un affare. Ovviamente, a patto di avere un’altra auto per viaggiare, perché pensare di utilizzare tutti i giorni una 4C sarebbe pura follia.

Alfa Romeo 4C vs Alfa Romeo SZ la prova su strada

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