Dalla presentazione alla prova su strada della DR1. In occasione del lancio abbiamo toccato con mano e guidato la nuova city car italo-cinese
Dalla presentazione alla prova su strada della DR1. In occasione del lancio abbiamo toccato con mano e guidato la nuova city car italo-cinese
Dallo showroom all’asfalto. A poche ore dal debutto ufficiale sul mercato italiano, ecco la prova su strada della nuova DR1, utilitaria realizzata in Cina, ma assemblata e rifinita in Italia, per la precisione negli stabilimenti della DR Motor, nuovo marchio che ha il suo centro propulsore a Macchia d’Isernia, in Molise.
La DR1 è un’utilitaria compatta che si fa notare
Al primo colpo d’occhio non serve un esperto per capire che la DR1 sia un’auto fatta apposta per la città e l’utilizzo urbano. Lo rivelano le misure e gli ingombri estremamente contenuti: lunghezza di 3,56 m, larghezza di 1,59 m e passo di 2,33 m; un valore quest’ultimo che regala una discreta abitabilità interna sia per guidatore e passeggero, sia per gli occupanti dei sedili posteriori.
Esteticamente si caratterizza per forme compatte e rotonde. Sul frontale spiccano in particolare i grandi gruppi ottici ovali e la mascherina a trapezio rovesciato con il logo DR posto lateralmente. Ben riuscita anche la fiancata che grazie ad alcuni accorgimenti nel profilo delle portiere (a forma concava nella parte inferiore) e delle maniglie posteriori a scomparsa, regalano un certo dinamismo. La “coda” infine ricalca lo stile dell’avantreno con forme tondeggianti ben espresse dai fanali a goccia.[!BANNER]
Nel complesso la DR1 si presenta senza dubbio come una vettura esteticamente gradevole; dalle forme non originalissime che in parte richiamano lo stile di alcune city car (Matiz in prima fila), ma che rivelano comunque una certa personalità. Il giudizio è quindi positivo.
Sulla piccola italo-cinese si sta bene in 4
Nell’abitacolo spicca la plancia a sviluppo centrale-verticale. Nella parte superiore la strumentazione è mista: analogica per contagiri e indicatore livello carburante e digitale per il tachimetro che fornisce al guidatore tutte le informazioni essenziali. Nella parte inferiore invece sono posti i comandi principali della climatizzazione (manuale) e dell’impianto audio dotato di lettore Mp3 e ingresso Usb (alloggiato all’interno del vano portaoggetti lato passeggero).
La qualità percepita è discreta sia per quanto riguarda la plancia (piace la porosità del cruscotto) sia per i sedili e le maniglie interne delle portiere e i comandi degli alzacristalli elettrici che presentano un design curato. Il volante è regolabile solo in altezza (non in profondità) azionando la classica leva posta sotto il piantone di sterzo. Il range di regolazione è comunque ridotto (un paio di centimetri circa) lasciando in leggera difficoltà i guidatori alti di statura.
L’abitabilità posteriore è discreta, ma a una city car lunga 3 metri e mezzo non si può chiedere troppo. Unica pecca forse riguarda lo schienale del divanetto che non può essere sdoppiato per facilitare il carico di oggetti di una certa dimensione.
Pratica in città, la DR1 non è fatta per viaggiare
Al volante della DR1 si prende subito confidenza. La vettura è facile e intuitiva da guidare specie nei percorsi urbani, suo terreno d’elezione. Il motore da 1,3 litri e 83 CV complessivi (a 6.000 giri/minuto e coppia di 114 Nm) – abbiamo provato la versione bifuel benzina-Gpl – risulta abbastanza elastico. Leggermente inferiore invece il rendimento in quarta e quinta che per dare il meglio di sé devono essere ben tirate.
Il cambio fa il suo dovere anche se pecca un po’ quanto a precisione in fase di innesto. Decisamente buona la tenuta di strada che nonostante le “pessime” condizioni incontrate nel corso della nostra prova (percorso ricco di curve, manto imperfetto e bagnato) si rivela essere un punto saldo. Merito senza dubbio dei cerchi in lega da 15”, di un assetto ben tarato e dei pneumatici Pirelli con spalle ribassate. Bene anche lo sterzo che risponde positivamente in termini di leggerezza di manovra nel traffico urbano. La velocità massima è di 156 km/h mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 12 secondi circa.
Anche in modalità Gpl inoltre (il passaggio fra le due alimentazioni avviene in modo silenzioso e senza sbalzi) la DR1 mantiene un rendimento assai simile al benzina. Non a caso la potenza dichiarata è di 79 CV. Cambiano invece i valori in termini di emissioni che si attestano rispettivamente a 138 g/km (benzina) e 118 g/km (bifuel).
Veniamo ai consumi. Il nostro test non ci ha permesso purtroppo di verificare i numeri diffusi da DR Motor che si attestano per la versione EcoPower benzina a quasi 13 km/l di media e 12 km/l per la versione a Gpl.
Il prezzo è onesto, giacché ha già tutto di serie
Complessivamente la DR1 può essere giudicata una vettura valida. Ha dalla sua un design piacevole sia dentro che fuori, una discreta qualità quanto a materiali pur non essendo rifinita in modo impeccabile e un comportamento su strada senz’altro soddisfacente per una city car. Altro punto a suo favore è certamente la dotazione; sebbene sia disponibile un solo e unico allestimento offre praticamente tutto: vernice metallizzata (6 i colori a scelta: silver, red, elegant grey, black, gold, noble red), cerchi in lega, abs, doppio airbag, lettore Mp3 con Usb, servosterzo, antifurto con telecomando, chiusura centralizzata, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori, specchietti retrovisori elettrici e sensori di parcheggio.
Il rapporto qualità/prezzo non è male per questa DR1 che ha tutto di serie. Di contro l’utilitaria – che lo ricordiamo è interamente costituita da componenti Made in China (dal motore alla scocca, ai sedili e via dicendo) – potrebbe scontare una certa diffidenza sul mercato da parte dei potenziali clienti che potrebbero essere attratti da marchi e brand più noti e diffusi sul mercato, a fronte di una spesa leggermente superiore.