Abbiamo provato le due varianti più intriganti della gamma Velar la velocissima P380 a benzina e l’equilibrata D240 biturbodiesel.
La Range Rover Velar rappresenta l’ennesimo successo di Casa Land Rover, un’auto che non c’era e che adesso completa una gamma già ricca inserendosi tra l’affascinante Evoque e la raffinata Sport. L’abbiamo guidata in due varianti che rappresentano l’aspetto più spinto e quello più equilibrato di un SUV nato per stupire. Sia con il motore 6 cilindri a benzina sovralimentato che con il 2 litri biturbodiesel e ci ha convinto per quel suo carattere sportivamente aristocratico.
Esterni: una concept diventata realtà
La linea della Velar è di quelle che lasciano il segno, una silhouette che anche tra 10 anni sarà appagante alla vista, perché unisce sapientemente lo stile dei SUV britannici con elementi sportivi come lo sbalzo anteriore ridotto ed un posteriore da coupé con tanto di profilo estrattore. I designer del brand hanno scartato la linea più estrema al posteriore di alcune concorrenti, ed hanno fatto bene perché non ne ha risentito né l’abitabilità posteriore né la capacità di carico. Comunque, sulla Velar sono anche i dettagli a fare la differenza come le maniglie a filo che si richiudono quando si superano gli 8 km/h, o i gruppi ottici posteriori, un vero capolavoro stilistico. Questo SUV esprime qualcosa di nuovo con i suoi tratti sinuosi, è elegante, raffinato, innovativo e persino sportivo, tanto da dissimulare da alcune prospettive le sue reali dimensioni che sono molto simili a quelle della Range Rover Sport ma con un’altezza inferiore di 11 cm.
Interni: un salotto tecnologico
C’è tutto quello che serve su un’auto moderna quando si entra nell’abitacolo della Velar, anche se la parte finale delle portiere posteriori sporge un po’ quando si sale a bordo, il comando del freno di stazionamento è lontano e difficile da azionare per il passeggero, e le cinture di sicurezza non sono regolabili in altezza. In compenso, la plancia è bellissima con il doppio display da 10 pollici e la strumentazione digitale. All’accensione il display superiore sporge in avanti per essere più visibile e consente di governare tutto il sistema multimediale, quello più in basso invece permette di gestire le modalità di guida, di regolare il massaggio dei sedili, sì c’è anche il massaggio che include anche diverse tipologie ed intensità, e di gestire il climatizzatore automatico. La grafica è talmente accattivante da far concorrenza ad un iPad, ma ci vuole un po’ di pratica per gestire al meglio il tutto, soprattutto in marcia, e in certi casi meglio affidarsi ai comandi vocali. I sedili sono studiati per trattenere bene in curva e per coccolare i passeggeri, così si sta comodissimi sia davanti che dietro e in quattro si viaggia veramente nel massimo del comfort. C’è anche un bagagliaio che può soddisfare le esigenze di una famiglia, ma con una lunghezza di 4,80 metri era un particolare che ci aspettavamo. Comunque, entrare in quest’abitacolo è un’esperienza, come direbbero alcuni chef prima di farvi gustare l’ennesimo capolavoro culinario, e il tutto è talmente intrigante da far passere in secondo piano alcune plastiche che ci saremmo aspettati più raffinate come quella che ricopre la strumentazione.
Al volante: sportiva al punto giusto ma sempre confortevole
La Velar ricorda molto uno yacht per il modo in cui veleggia sull’asfalto alle basse andature, difficile che ci si possa stancare nel traffico o dopo ore di guida in autostrada, è così comoda e silenziosa a velocità costante che rilassa ed avanza senza sforzo apparente. Poi quando si vuole far sul serio si possono sfruttare i cavalli che sono tanti sia per il 3.0 6 cilindri a benzina sovralimentato, ben 381 CV, che per il 2 litri biturbodiesel dotato di 240 CV. Certo, la variante a benzina ha anche un sound più accattivante in accelerazione ed uno spunto bruciante (5,7 secondi da 0 a 100 km/h VS 7,3 secondi), mentre la velocità è superiore di 33 km/h (250 km/h VS 217 km/h), ma la Velar diesel si difende con una coppia di 500 Nm contro i 450 Nm della sorella a benzina. Quindi un match che si gioca sulle sensazioni e sui numeri, mentre tra le curve il comportamento è simile, perché se lo sterzo invoglia a viaggiare ad andature più brillanti, le dimensioni e la massa riportano la mente a più miti consigli ed invogliano a tenere conto dei trasferimenti di carico. Insomma, ci si può persino divertire con la Velar, ma è chiaro che la sua natura è quella di elegante viaggiatrice che stupisce i passeggeri con le sue dotazioni hi-tech e li coccola con le sospensioni pneumatiche (6 cilindri) che variano l’altezza da terra della vettura. Non mancano tutti gli ultimi ADAS disponibili per stare tranquilli in ogni frangente, e il Terrain Response per adattare l’auto ai diversi fondi e non indietreggiare nemmeno di fronte a fango, ghiaia e neve. La diesel consente di consumare meno, riuscendo a percorrere anche i 14 km/l, mentre la versione a benzina più potente difficilmente consente di coprire più di 10 km/l e, se ci si lascia andare ad una guida più disinvolta, diventa ancora più assetata.
Prezzo: da 63.100 euro
Sono diversi gli allestimenti della Velar e per quanto riguarda le motorizzazioni in questione il prezzo parte da 63.100 euro per la D240 e da 69.700 euro per la P380, ma è chiaro che se si sceglie la più ricca versione HSE il listino sale, rispettivamente, a 83.900 euro ed a 90.600 euro, in mezzo ci sono le varianti S ed SE, forse la più equilibrata del lotto, ma quando si vuole il massimo bisogna essere disposti a pagare il massimo…