Torna il marchio Innocenti: la nuova sede sarà a Palermo
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Innocenti rappresenta un pezzo importante della storia italiana del Novecento. É infatti tra i marchi che hanno avuto un ruolo determinante nella motorizzazione di massa degli italiani a partire dal dopoguerra. La Casa milanese, fondata nel 1947 da Ferdinando Innocenti, ha commercializzato vere e proprie icone come la Lambretta, celebre rivale della Vespa, o la Mini Bertone per quanto riguarda le quattro ruote (oltre ad aver prodotto la Mini inglese su licenza in Italia).
Dopo una travagliata storia industriale, la proprietà è passata prima a De Tomaso e poi a Fiat all’inizio degli anni Novanta, per terminare defninitivamente la produzione nel 1997. In questi giorni, a vent’anni dalla dismissione dell’attività, un gruppo di investitori ha annunciato che riprenderà la produzione con un nuovo piano industriale.
L’iniziativa nasce da una cordata di imprenditori italiani: i principali azionisti del nuovo marchio Innocenti Italia sono infatti Industrie Riunite SpA, Finambiente Group SpA e Famiglia Perrotta, a cui si aggiunge un partner olandese, Euro Mobile International B.V. La sede della nuova società sarà a Palermo con uno stabilimento che è in fase di allestimento alle porte della città.
La nuova Innocenti porterà nel suo Dna le caratteristiche di razionalità e convenienza per veicoli destinati alla città, ma sarà un progetto completamente differente. A partire dai prodotti. La nuova società produrrà infatti inizialmente quadricicli, veicoli leggeri destinati alla mobilità urbana.
Sembra quindi che il futuro di Innocenti – che commercializzava sia auto che moto – sarà caratterizzato da prodotti che si collocano proprio a metà: le minicar. Sebbene le informazioni ufficiali siano ancora scarse, il nuovo marchio dovrebbe inserirsi in questa nicchia con una vettura a quattro posti, di dimensioni ridotte e con vari livelli di cilindrata. Essendo un veicolo leggero, potrà essere guidato già a partire dai 14 anni, almeno per quanto riguarda le versioni meno potenti.
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