Torna il mitico marchio De Tomaso
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Il 2011 sarà l’anno del ritorno del marchio fondato dall’italo-argentino Alejandro De Tomaso. Il rilancio è affidato alla SUV Tosca
Ieri produceva GT spinte da corposi V8 americani, e che in molti ricordano ancora oggi. Domani realizzerà una SUV che si annuncia come rivale di blasoni come Audi, BMW e Porsche. Non una vettura “da sporcare”, dunque, ma un’auto di prestigio che avrà dimensioni importanti, un abitacolo e un bagagliaio spaziosi, un motore potente e naturalmente le 4 ruote motrici.
Il mercato poi, dirà se l’idea di Gian Mario Rossignolo di portare a una nuova vita il marchio De Tomaso sarà stata vincente. Già, perché i piani dell’imprenditore torinese, che nei mesi scorsi aveva tentato una scalata al marchio Bertone (poi conclusasi con un “nulla di fatto”) e che possiede una parte dell’azienda Pininfarina, vedono per il 2011 il ritorno sul mercato della De Tomaso.
Il progetto dell’ex Presidente della Telecom è stato annunciato solo al termine del negoziato con i commissari che si sono occupati della liquidazione del marchio modenese, un passo necessario per produrre veicoli che porteranno il nome De Tomaso e che inizieranno ad uscire dalle linee di montaggio di Grugliasco – già della Pininfarina – entro due anni.
Il piano di produzione prevede l’uscita di 8.000 vetture, una parte delle quali (3.000) formeranno la gamma del SUV “Tosca” (chiaro omaggio alla tecnologia e al design italiano), una 4×4 dall’immagine prestigiosa e in grado di competere con le pari segmento che arrivano dalla Germania e che detengono la maggioranza delle quote del settore.
Dalla sua parte, Rossignolo annuncia di possedere un brevetto che ridurrà i tempi e i costi di lavorazione dell’alluminio, il materiale con il quale saranno carrozzate le vetture della rinata De Tomaso, pronta a tornare sul mercato dopo un’assenza di 18 anni. La Casa fondata nel 1959 dall’ex pilota argentino, divenuto imprenditore una volta stabilitosi a Modena, Alejandro De Tomaso, aveva di fatto chiuso i battenti nel 1993, quando il fondatore era stato colpito da un ictus che gli aveva impedito di continuare a occuparsi direttamente della sua “creatura”.
Dopo dieci anni esatti, nel 2003, Alejandro De Tomaso morì. E del Marchio che dagli anni ’60 aveva sfornato alcune coupé “alternative” a Ferrari, Lamborghini e Maserati e che sono rimaste nella storia (prime fra tutte la “Pantera” e la “Mangusta”, la prima delle due conobbe un grande successo negli USA) non rimase che un progetto nel cassetto: l’evoluzione della sfortunata Guarà che non riuscì a sollevare le sorti del marchio sul finire degli anni Novanta.
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