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Toyota: brevetti liberi per favorire l'auto a idrogeno

Di Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 8 gen 2015
Toyota: brevetti liberi per favorire l'auto a idrogeno
I brevetti di Toyota per l'auto a idrogeno diventano di dominio pubblico. Lo scopo è favorire la nascita di un solido mercato.

I brevetti di Toyota per l’auto a idrogeno diventano di dominio pubblico. Lo scopo è favorire la nascita di un solido mercato.

Toyota sceglie la strada della condivisione per provare a diffondere la propulsione a idrogeno, una soluzione considerata da molti osservatori il futuro della mobilità ma frenata per adesso dalla mancanza di una rete di infrastrutture che rende poco appetibili questi veicoli per la maggioranza degli automobilisti. 

Il costruttore giapponese, che nei prossimi mesi lancerà sul mercato interno la sua prima vettura fuel cell, la Toyota Mirai, ha tutto l’interesse per far decollare questa tecnologia, tanto da aver deciso di rendere liberamente utilizzabili ben 5.680 brevetti in suo possesso. 

La proprietà intellettuale che Toyota intende condividere con altri costruttori e con le aziende interessate comprende tutto il processo industriale che sta dietro ai veicoli fuel cell, andando dalla messa a punto del sistema propulsivo e dei software di gestione, fino ai sistemi per la produzione e la distribuzione dell’idrogeno

A diventare di pubblico dominio fino al 2020 saranno i brevetti contenenti le tecnologie usate sulla Toyota Mirai, mentre quelli che riguardano i vari passaggi dedicati all’idrogeno rimarranno di dominio pubblico per un tempo indefinito. 

Con questa mossa Toyota spera che altri costruttori possano beneficiare delle sue esperienze e realizzare a loro volta dei nuovi modelli, così da ampliare l’offerta di vetture a celle a combustibile sul mercato e creare una base solida dalla quale far partire questa importante rivoluzione. 

In Giappone non si disdegna chiaramente la possibilità che quanti attingeranno ai brevetti siano altrettanto generosi nel condividere le proprie tecnologie nell’ottica di uno scambio reciproco, anche se questa non sarà comunque una condizione che il gruppo ha intenzione di porre come vincolo per aprire le collaborazioni.

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