Toyota Prius, a Francoforte la quarta generazione
La Toyota Prius ridefinisce se stessa con la nuova generazione presentata a Francoforte.
Dal 1997, anno di nascita di una rivoluzione nel modo di concepire l’alimentazione di un’auto e il suo ruolo, l’atto di coraggio di Toyota, l’ibrida Prius, ha venduto oltre 3,5 milioni di pezzi, è diventata simbolo della compatibilità gentile dell’auto con l’ambiente, fenomeno di moda con testimonial entusiasti che annoverano star di Hollywood, politici, intellettuali, artisti, imprenditori geniali, ha sviluppato una fidelizzazione tra i suoi clienti che non ha pari neppure nei marchi premium d’immagine forte come Mercedes o BMW, ha in sostanza affermato l’ibrido come la soluzione “intelligente” al tema della mobilità ecocompatibile, ha dato lustro al marchio Toyota più di qualsiasi altro modello del costruttore giapponese, leader mondiale dell’auto.
Un successo, anche industriale, inatteso e indiscusso che ha fatto di Prius un simbolo “dei migliori”, anche con un pizzico di snobismo. Un solo difetto, mai negato, la Prius è sempre stata brutta, sgraziata, rozza e banale nello stile, tanto da farne quasi un vanto, quanto raffinata ed avanzata nelle soluzioni tecniche. Dopo lunghi ripensamenti e affinamenti in corsa, che ne hanno ritardato il lancio commerciale ad inizio 2016, la bruttina intelligente ha scelto per la quarta generazione un nuovo look dirompente, personale, che assomiglia solo (in meglio) a quello, molto discusso, della prima berlina al mondo ad idrogeno a celle di combustibile, la sorprendente Mirai.
Ha conservato la formula due volumi, ma rispetto alla tozza Prius 3 ha molto più slancio, con un muso affinato e dal naso pronunciato, una fiancata mossa e sostanzialmente a cuneo e la originale coda, così simile a quella della Mirai, in cui i due volumi del lunotto posteriore e della paratia trasparente verticale formano un complesso gioco d’incastri con i gruppi ottici. Non sarà bellissima, dividerà il pubblico tra detrattori ed estimatori, ma certamente farà girare la testa al suo passaggio, il che per un’auto che deve distinguersi dalle altre è senz’altro un pregio.
Naturalmente non solo la linea è nuova, sulla Prius 4 debutta la nuova piattaforma che assicura un handling sconosciuto alla generazione precedente, nuove sospensioni, sterzo, interni e distribuzione degli spazi, la nuova Prius è più lunga, più bassa e più larga e migliora con gli avanzamenti della sua formula ibrida, del 40% la resa del propulsore termico, l’autonomia e i consumi con nuova generazione di batterie, insomma ha tutto quello che ci si aspetta per mantenersi al top di un’offerta, quella dell’ibrido, che offre ormai una scelta ampia e da parte di costruttori come Tesla, Ford, Hyundai, Honda, GM, Renault/Nissan, VW, mentre anche i costruttori premium tedeschi hanno ormai la loro offerta di ibrido.
Motivo in più per “distinguersi”, con un aspetto personale e diverso da tutte le altre ibride e mantenere così una supremazia ormai quasi ventennale.La diminuzione del prezzo del petrolio ha parzialmente frenato il mercato dell’ibrido, ma Toyota resta convinta che nulla sia in grado di scalfire il creditodi Prius, neppure se l’oro nero rimanesse a lungo a prezzi così bassi.
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