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Toyota rinnova il centro Ricerca e Sviluppo europeo

Di Lorenzo Stracquadanio
Pubblicato il 11 lug 2011
Toyota rinnova il centro Ricerca e Sviluppo europeo
La casa del Sol Levante amplia il centro ricerca e sviluppo in Belgio con un nuovo tracciato lungo 1,4 km. Per testare le vetture di domani.

La casa del Sol Levante amplia il centro ricerca e sviluppo in Belgio con un nuovo tracciato lungo 1,4 km. Per testare le vetture di domani.

 

Due anni e mezzo di lavoro e un investimento di 47 milioni di euro. Il risultato è un nuovo circuito di prova realizzato presso l’impianto belga di Zaventem che farà da centro nevralgico per lo sviluppo dei veicoli Toyota in Europa nei prossimi anni. Il percorso e le relative strutture coprono 65mila metri quadri su un totale di 187mila. Attualmente, lo staff Toyota presso il Centro Tecnico Ricerca e sviluppo è composto da circa 770 dipendenti, 430 dei quali svolgono lavori di ricerca e sviluppo. I 47 milioni inoltre costituiscono solo l’ultimo tassello dell’investimento costato in tutto 167 milioni.

“Il mercato automobilistico europeo è uno tra i più competitivi al mondo, e il nostro centro tecnico si dimostra già oggi essere una struttura chiave dell’organizzazione R&D globale di Toyota – Didier Leroy, presidente e Ad di Toyota Motor Europa – Grazie al nuovo circuito di prova potremo finalmente sfruttare il nostro posizionamento sul mercato e le nostre strutture come laboratorio in cui studiare le recenti innovazioni in maniera più rapida e funzionale, in maniera tale da riuscire a sviluppare l’auto adatta ai clienti europei proprio qui, nel cuore dell’Europa”.

Lungo complessivamente 1,4 chilometri, il tracciato consente prove di slittamento con un diametro di 90 metri, valutazione della ruvidità e prevede una carreggiata per i test sulla frenata. Tra le verifiche possibili anche i test su comfort di guida, rumore e vibrazioni del veicolo, sulla resistenza, la sterzata e sulle prestazioni del motore e dei freni.

Il tutto con un occhio anche all’ambiente. Circa il 98% dei materiali demoliti nel corso del progetto (per un totale di circa 36mila tonnellate) sono stati riutilizzati nei lavori, mentre è stato portato avanti uno studio dettagliato sui livelli di rumore. 

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