Trump presidente USA: gli effetti sul mondo dell'auto
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L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca avrà conseguenze anche sul mondo dell’auto, con particolare attenzione ad emissioni e delocalizzazione.
Gli echi della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali USA non si sono ancora spenti e, in attesa dell’insediamento del miliardario americano alla Casa Bianca, non manca chi prova a delineare la politica che l’attuale presidente eletto attuerà una volta salito al potere.
Essendo gli USA uno dei mercati automobilistici più importanti sia per volume di vendite sia per produzione, appare chiaro che gli effetti dell’elezione di Donald Trump si sentiranno anche su questo settore. In particolare, le attenzioni degli osservatori sono puntate su due punti fondamentali come quello legato ai limiti sui consumi imposti alle case automobilistiche e al problema della delocalizzazione della produzione, tema su cui Trump si è più volte espresso in campagna elettorale.
Il futuro presidente ha definito una “bufala” il surriscaldamento climatico globale e adesso, secondo alcune voci riportate dalla stampa americana, sembra essere intenzionato a rivedere le limitazioni su consumi ed emissioni programmate per il 2025 dal suo predecessore Obama.
Per Trump non esisterebbe un reale pericolo ambientale legato alle emissioni inquinanti prodotte dai trasporti, per cui tali limitazioni (che portano il consumo medio massimo a 23,17 km/l) sarebbero eccessive. A questo si aggiunge lo scetticismo di chi pensa che l’obiettivo sia difficilmente centrabile entro nove anni, anche perché i dati reali riferiti alle vetture immesse sul mercato USA nel 2015 parla di un consumo medio di soli 10,54 km/l.
Nel mirino di Trump, quindi, potrebbero finire gli allarmismi degli ambientalisti, ma non si esclude addirittura che il presidente arrivi a minaccia la sopravvivenza dell’EPA, l’Agenzia federale per la Protezione dell’Ambiente.
L’altro punto caldo è invece relativo alla pratica della delocalizzazione che in questi anni, a causa dell’avanzata senza freni della globalizzazione, sta causando non pochi danni all’economia di alcuni stati, soprattutto di quelli occidentali in cui le ricadute sul fronte dell’occupazione si stanno facendo sentire in maniera sempre più pesante.
Trump ha detto chiaramente a più riprese che intende combattere la delocalizzazione della produzione sanzionando le aziende americane che adottano questa politica, mentre vi potrebbero essere delle agevolazioni per quelle che, al contrario, decideranno di riportare in patria la produzione.
Questo scenario coinvolgerebbe in maniera diretta il comparto dell’auto USA, in quanto diversi costruttori, da Jeep a General Motors, tanto per far un paio di esempi, hanno da anni scelto di produrre all’estero una parte dei propri veicoli.
In tal senso Trump si impegnerà in una revisione del trattato NAFTA (North American Free Trade Agreement) che assicura il libero scambio di merci tra USA, Canada e Messico evitando alle aziende che importano di pagare dei dazi, rendendo così conveniente la produzione al di fuori dei confini americani.
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