Nuova Mini Clubman 2016: primo contatto
La gamma Mini si allarga e arriva il cambio a otto marce: la nuova Clubman interpreta la “familiare” in chiave anglo-tedesca.
L’idea è quella di rimanere uguale a se stessi, nonostante l’intento di evolvere sia alla base di ogni nuovo modello. E così è stato per Mini Clubman che, tra sbalzi maggiorati e passo allungato, sembra sempre meno Mini ma decisamente più wagon. Una vera e propria “giardinetta”, che trasforma il concetto che ha reso celebre Clubman. Una scelta di campo mai dichiarata, ma percepita una volta in marcia.
Esterni: wagon in stile British
La storia cambia perché cambia la tecnica. Il nome in codice UKL identifica il pianale sul quale viene costruita la nuova Mini Clubman. Una piattaforma che segna il progresso bavarese e sulla quale sono già realizzati i modelli tre e cinque porte, le BMW Serie 2 Active e Gran Tourer, così come la recente BMW X1. Esempi ingegneristici di come la trazione anteriore non sia assolutamente un tabù dalle parti di Monaco. Perché l’avvento della nuova Mini Clubman – data la lunghezza di 4.253 mm e portando in dote un passo più lungo di 9 centimetri rispetto a quello della Mini hatchback – potrebbe essere un primo esempio su strada di ciò che vedremo sulla nuova edizione di BMW Serie 1. La tendenza famigliare di Clubman si riconosce dalla possibilità di aprire gli sportelli posteriori adoperando solo il movimento dei piedi. La differenza sta nel fatto che, essendoci due porte, il movimento è doppio per aprirle entrambe, singolo per aprirne solo una. Questioni che interessano sopratutto chi, il vano di carico, lo usa spesso. Il dato rileva che lo spazio disponibile sia pari a 360 litri, 1.250 con la seduta posteriore abbattuta. A bordo tutto si conforma secondo il “classico” stile Mini e l’infotainment si correda del Mini Connected di ultima generazione.
Mini Clubman: arriva l’otto marce
I numeri che cadenzano il percorso tecnologico di nuova Mini Clubman sono 3, 4 e 8. Ci sarebbe anche il 6, ma quelli di cui sopra sono certamente i più rilevanti. I primi due definiscono i frazionamenti della gamma motori, il terzo si riferisce invece all’innesto del [glossario slug=”cambio-automatico”] a otto rapporti. La trasmissione ZF “sbarca” su Clubman e si lega ai motori quattro cilindri, ossia al due litri turbodiesel della Mini Clubman Cooper D e Cooper SD (rispettivamente con potenze di 150 e 190 CV); e a quello turbo benzina del modello Cooper S (192 CV). Gli “altri” tre cilindri sovralimentati (One, One D e Cooper) possono contare invece sull’automatico a sei marce. Un numero di rapporti comune a tutti i modelli quando si parla di cambio manuale, di serie su ogni Mini Clubman. Le motorizzazioni della station wagon anglo-tedesca ricalcano fedelmente l’offerta delle varianti a tre e cinque porte. Propulsori che prendono forma grazie alla tecnologia TwinPower Turbo di BMW, divenuta un vero e proprio marchio di fabbrica per tutte le vetture del Gruppo.
Nuova Mini Clubman: la prova su strada
Il passaggio al nuovo modello Mini ha reso l’auto meno estrema e più fruibile da una larga fetta di potenziali utenti. Che si tratti di un pregio o di un difetto dipende solo da che tipo di automobilisti siete. Sportiva lo è sempre, ma di quel feeling così “diretto” ne è rimasta giusto l’ombra. Sempre dura ma più confortevole, sempre rapida negli inserimenti ma meno dinamica. L’hanno resa più “pubblica” e meno di nicchia, una scelta che forse non stona con il potenziale di Clubman, che altro non è che una station wagon firmata Mini. La versione Cooper S, protagonista della nostra prova, si presenta come la più veloce di famiglia; più “maturo” il due litri rispetto al precedente “millesei”. Un inversione anche sul fronte della meccanica, che ha reso Clubman una vettura adatta anche al quotidiano. Il manuale a sei rapporti presenta sempre qualche piccolo difetto e nella guida più brillante va maneggiato con mano ferma, onde evitare impuntamenti. In alternativa c’è l’automatico ad otto rapporti che, in questa nuova veste “Mini”, si conferma un capolavoro della moderna ingegneria. E contribuisce (in parte) ad alimentare il mito del go-kart feeling, nonostante la nuova edizione non possa vantare i valori in campo del modello passato.
Nuova Mini Clubman: gamma e prezzi
Che il termine “personalizzazione” sia inflazionato quando si tratta di MINI è inevitabile pure parlando di Clubman. Rigorosamente alternative le linee di allestimento previste per la famigliare di famiglia: sono infatti Boost, Hype e Business le denominazioni dei nuovi modelli Clubman. Si parte da 22.300 euro per la One e da 24.800 euro per la One D. Al debutto sul nostro mercato però, saranno i modelli MINI Clubman Cooper (24.800 euro), Cooper D (27.300 euro) e Cooper S (28.800 euro) a definire la famiglia Clubman. L’attacco della Cooper SD è fisso a quota 31.300 euro. Tra l’allestimento Boost e l’Hype c’è una differenza di circa 1700 euro, mentre il cambio a 8 rapporti costa 2.100 euro (1.900 euro il sei marce).
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