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Una Scirocco che fa il pieno in torrefazione

Di Francesco Giorgi
Pubblicato il 10 mar 2010
Una Scirocco che fa il pieno in torrefazione
Si chiama CaRpuccino: è una Scirocco del 1988, che funziona bruciando i chicchi di caffé. Non è un macinino, ma un esperimento scientifico

Si chiama CaRpuccino: è una Scirocco del 1988, che funziona bruciando i chicchi di caffé. Non è un macinino, ma un esperimento scientifico

No, non è un macinino ambulante. Ma un esperimento che condurrà nei prossimi giorni un gruppo di ricercatori da Manchester a Londra a bordo di una vettura alimentata… a caffé. E poi dicono che troppi caffè fanno male!

L’auto, una Volkswagen Scirocco seconda serie del 1988, ribattezzata CaRpuccino, è stata acquistata per 400 sterline (440 euro) e allestita dallo staff editoriale del programma scientifico della BBC1 “Bang Goes The Theory” e sarà esposta, al termine dell’inconsueto raid, alla rassegna scientifica “Big Bang Science Fair” in programma a Manchester.

Lo scopo dell’esperimento dimostrare che qualsiasi sostanza in grado di sviluppare calore, possa far muovere un veicolo, come spiega Nick Watson, producer del programma televisivo che ha organizzato l’esperimento: “Il caffé, allo stesso modo del legno e del carbone, può essere utilizzato come carburante. L’importante è che sia ben secco e granuloso. In questo modo l’aria penetra e dà luogo all’esplosione”.[!BANNER]

Insomma, un po’ come il principio della carbonella o del gasogeno, che a metà degli anni ’30, in periodo di sanzioni economiche, venne anche utilizzato in Italia come carburante. Nella Scirocco CaRpuccino, i chicchi di caffé vengono inseriti all’interno di un grande cilindro, per essere riscaldati fino a 700°C. Da questa fase vengono liberati idrogeno e monossido di carbonio.

Il gas prodotto viene incanalato, per raffreddarsi, in una serpentina, prima di essere trasferito – come terza fase del processo – in due filtri. Uno dei due depura la sostanza da qualsiasi materia solida. L’altro elemento serve a impedire che il motore possa essere imbrattato da catrame.

L’ultima fase porta il gas prodotto e depurato all’interno della camera di scoppio. C’è un però, come in tutte le cose. L’ostacolo più evidente, qui, sta nel rapporto costi benefici. Per il viaggio da Manchester a Londra (340 km) saranno necessari 70 kg di caffé in grani, che nei supermarket inglesi hanno un costo che va dai 15 ai 30 euro al chilo, a seconda della qualità. A conti fatti, il raid costerà dai 1.000 ai 2.000 euro. Una cifra da 25 a 50 volte superiore dei 40 euro necessari per coprire la stessa distanza con un’auto a benzina.

La media, poi, sarà giocoforza bassa, a causa delle frequenti soste per pulire i filtri, proprio come si fa per le macchinette del caffé. Insomma: oggi con l’auto si può andare anche a caffé. L’importante, nel traffico quotidiano come nelle frequenti soste per il rifornimento, è non innervosirsi… Nemmeno quando ci si sente dire che “guidiamo una vecchia caffettiera”.

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