Verona Legend Cars 2016: meraviglie e mercato
La seconda edizione della kermesse veronese si conferma il salotto buono dell’auto storica e cresce nei visitatori.
Seconda edizione della manifestazione alla Fiera di Verona. Si conferma il taglio centrato sulle supercar, ma accanto alle meraviglie di fascia alta l’offerta si allarga a vetture più popolari.
Nell’intento di differenziare Verona rispetto all’affermatissima Fiera di Padova, il patron Carlo Baccaglini ha puntato ancora una volta sulla qualità dell’esposizione e dell’offerta.
Così accanto alla bellissima parata delle Lancia sportive, nel padiglione 1 l’altrettanto bella rassegna di modelli straordinari di stile della Carrozzeria Touring, per i novant’anni, la celebrazione dei 50 anni della Miura, le nuove acquisizioni del Museo Nicolis.
Questo è il “salotto buono” che da solo vale un’entrée di prestigio per gli appassionati. Relegata ad un ruolo marginale l’offerta dei privati, tre grandi padiglioni sono dedicati all’offerta dei commercianti, centrata sull’offerta di auto mediamente di qualità e fascia alta di prezzo.
Molte le supercar, il modello più presente è la Porsche 911, offerta in buoni esemplari di tutti i tipi e le serie e richieste alte ma in frenata rispetto ai mesi scorsi. Ricca anche l’offerta di Ferrari, Maserati, Alfa Romeo e Lancia. Anche in questo caso con vetture in media di buona qualità e prezzi in leggero calo.
Tra le curiosità una bella barchetta Conrero del 1954, esemplare unico su meccanica Lancia Aurelia B20, chiaramente ispirata alla Lancia Sport D23 che gareggiò solo tre mesi nell’estate del 1953. Le era esposta accanto un’improbabile barchetta [glossario slug=”aerodinamica”] su Fiat 1100 “musone”.
Tra gli espositori ufficiali, il Registro Fiat e la Scuderia Jaguar Storiche che proponeva una suggestiva carrellata dei Giaguari protagonisti al cinema in pellicole più o meno note.
Divertente, anche grazie alla contagiosa simpatia del grande campione, l'”Amiki miei” di Miki Biasion, grande omaggio da dietro le quinte ai tanti appassionati della Delta Integrale.
Nell’area esterna qualche funambolica esibizione di drifting, tra le quali un inatteso slalom tra i birilli a ruote fumanti di una mastodontica Limousine Cadillac, con devastanti effetti sul contenuto del mobile bar.
Interessante e originale la presenza di alcuni storici giganti della strada, tra cui un autocarro Bianchi e un Lancia Esatau “Musone” perfettamente restaurato. Buona l’offerta nel padiglione dedicato a ricambi e automobilia, non è mancata, come ormai di tradizione, un’asta, Maison Bibelot, poche auto, diversi automobilia. Specialisti del restauro, Scuderie, Club di marca e di modello hanno completato un’offerta che ha certamente attirato e soddisfatto un buon pubblico.
Il secondo Verona Legend chiude con una crescita a 25.000 presenze dalle 20.000 dello scorso anno. Dalla sua anche una location come VeronaFiere, ampia e ben attrezzata, con collegamenti facili e come sottolineano gli organizzatori situata in un’area turistica, come quella del Garda che in maggio comincia ad accogliere grandi flussi.
Manca forse ancora una caratterizzazione più diversificata ripetto agli altri eventi del motorismo storico e manca ancora la notorietà capace di attirare i compratori stranieri che affollano invece Padova o l’Automotoretrò di Torino.
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