Volkswagen Golf GTD: la prova su strada
Prestazioni da GTI e consumi da citycar per la Volkswagen Golf GTD, che abbiamo provato su strada e in pista.
La formula si ripete ormai dal 1982 per ogni generazione di Volkswagen Golf, si utilizza un motore diesel potente, una caratterizzazione estetica aggressiva e un assetto sportivo, poi si condisce il tutto con la mitica sigla GTD ed ecco che si ottiene una compatta sportiva capace di affrontare anche lunghe percorrenze. Certo, con la Golf IV si esagerò, chi ricorda la GTI a [glossario slug=”gasolio”] con 150 CV? Bene, nel 2013 la storia è simile, abbiamo una GTD che assomiglia molto ad una GTI, e con ben 184 CV che scalpitano sotto il cofano; così l’abbiamo provata su strada e in pista, perché il suo assetto, lo sterzo e il tiro del 2 litri a [glossario slug=”gasolio”] invocavano i cordoli e lei non ha affatto sfigurato.
Estetica: una GTI più sobria
Non c’è niente da fare, la GTD è la sorella stradista della GTI e si vede da ogni particolare che ricorda la variante a benzina con il caratteristico filetto rosso. Il frontale è cattivo, con quelle prese d’aria laterali che sembrano mordere l’asfalto, certo, non ci sono finiture rosse, ma una più sobria cromatura che attraversa gruppi ottici e mascherina. Ovviamente, non manca il logo GTD che campeggia fiero anche sui passaruota anteriori e al posteriore. Più bassa rispetto alle Golf convenzionali e adagiata sui bellissimi cerchi da 18 pollici, appare più filante nella vista laterale dove spiccano anche le [glossario slug=”minigonne”] non troppo cariche. Completano il quadro lo [glossario slug=”spoiler”] sul tetto, i gruppi ottici posteriori bruniti, e il doppio scarico cromato che fuoriesce sulla sinistra della vettura. Nella livrea blu scuro metallizzato è sobria e cattiva, elegante e disinvolta, ma senza i particolari in rosso non è carica come una GTI pur mantenendone l’aspetto.
Interno: sportiva e ben fatta
L’abitacolo della Golf GTD lascia subito intuire le intenzioni della compatta tedesca: volante tagliato in basso con tanto di logo dedicato, sedili sportivi con tanto di fantasia scozzese, pedaliera in alluminio e tachimetro con fondo scala tarato a ben 280 km/h! Poi troviamo la classica plancia ben fatta delle altre Golf con il grande schermo touchscreen al centro e i consueti materiali da prima della classe. Insomma, è un posto piacevole dove stare e con le leve del cambio [glossario slug=”dsg”] a 6 marce dietro il volante viene subito voglia di guidare. La posizione di guida è ottima, c’è ampia visibilità dal posto di comando, e per il resto troviamo lo spazio posteriore e il bagagliaio delle altre sorelle meno spinte.
Su strada: precisa e composta
Il primo approccio con la Golf GTD l’abbiamo avuto su strada, precisamente in autostrada, dove abbiamo percorso più di 600 km con estrema naturalezza. Ovviamente, abbiamo lasciato che il [glossario slug=”cambio-a-doppia-frizione”] [glossario slug=”dsg”] a 6 marce lavorasse autonomamente, impostando la funzione Eco nello schermo al centro della plancia. In questo modo, il 4 cilindri 2.0 TDI da 184 CV e 380 Nm di coppia massima riusciva a distendersi in maniera fluida, senza sfruttare troppo i giri motore e garantendo un’ottima silenziosità di marcia. Sul misto invece, abbiamo cambiato le impostazioni scegliendo la modalità Normal, e abbiamo iniziato a giocare con i paddles dietro il volante che in verità avremmo preferito più grandi. Il motore allungava di più, facendoci avvertire i benefici effetti della fasatura variabile, una novità assoluta, e di un sistema common-rail più raffinato e capace di lavorare a 2.000 bar contro i 1.800 del modello precedente.
Chilometro dopo chilometro, abbiamo apprezzato l’assetto sempre composto e l’inserimento in curva davvero immediato per una compatta a trazione anteriore. Difficile metterla in crisi su strada vista la sua indole nel mantenere le traiettorie e la capacità dell’elettronica di gestire la [glossario slug=”coppia-motrice”] senza provocare fastidiosi pattinamenti all’anteriore. Comportamento che non viene del tutto replicato sull’asfalto bagnato, soprattutto nelle curve strette, perché con l’assetto sportivo, i cerchi da 18 pollici e 380 Nm di coppia a disposizione, basta poco per far pattinare l’anteriore provocando un bel [glossario slug=”sottosterzo”] che non sempre l’elettronica riesce a smorzare sul nascere. D’altra parte, c’è molta potenza in gioco e per una trazione anteriore è un comportamento naturale. Infine parliamo dei consumi, guidando con naturalezza e senza forzare troppo l’andatura i 16,5 km/l sono alla portata di molti, mentre se si ha il piede leggero, si possono anche superare i 20 km/l, ma anche viaggiando in maniera sciolta e senza guardare ogni benzinaio come un nemico giurato i 15 km/l non sono affatto una chimera e rappresentano un bel risultato considerate le potenzialità in gioco.
In pista: divertente come un benzina
Dopo aver guidato la GTD su strada, abbiamo pensato che per farle esprimere tutte le sue potenzialità il luogo più idoneo fosse la pista, così abbiamo messo le ruote sul circuito dell’Isam di Anagni. Selezionata la modalità Sport, escluso il controllo della trazione, siamo partiti per qualche giro lanciato, scoprendo che anche in pista la Golf turbodiesel più cattiva non perde la sua sicurezza. Infatti, mantiene le traiettorie con naturalezza, avvertendo gradualmente il guidatore dell’approssimarsi del limite ed anche quando viene provocata con una condotta aggressiva reagisce difendendosi con un [glossario slug=”sottosterzo”] facilmente controllabile, dopo un avventuroso rilascio del gas a metà curva, il posteriore allarga in maniera naturale e progressiva lasciando al guidatore tutto il tempo necessario per controsterzare, a quel punto interviene anche l’elettronica e la Golf rimane in traiettoria senza mai mettere al repentaglio la sicurezza di chi è al volante.
Quindi è agile, come si conviene ad una sportiva, ma a prova d’errore, ed è talmente rapida nel salire di giri che in un attimo ci si ritrova a velocità che su strada sarebbero proibitive. In questo insieme così armonioso abbiamo omesso le prestazioni numeriche semplicemente perché è talmente pronta che non serve ricordarvi che può viaggiare a 228 km/h, mentre basta sentire la schiena attaccarsi ai sedili per capire che lo 0-100 km/h può essere coperto in 7,5 secondi. Magari il cambio necessita della giusta decelerazione per darvi la marcia che desiderate in scalata e i freni hanno un azione sin troppo pronta, ma si tratta di sfumature in quadro disegnato con una tecnica ineccepibile.
Prezzo: da 34.509 euro
Parliamo di prezzo, i 34.509 euro necessari per mettere in garage una Golf GTD 5 porte con tanto di cambio [glossario slug=”dsg”] a 6 marce, non sono certo pochi, ma i contenuti sono all’altezza delle aspettative; inoltre, non si acquista un’auto qualunque, qui siamo al cospetto di un’icona, una vettura che sul mercato dell’usato è un assegno circolare. Caratteristiche che hanno il loro prezzo, magari salato, ma decisamente in linea con la sicurezza, la qualità e la cura costruttiva che la compatta di Wolfsburg sa offrire. Ovviamente, non manca una lista degli optional ben fornita, tra cui vi consigliamo caldamente l’Adaptive Cruise Control, una vera svolta per chi viaggia molto in autostrada visto che mantiene la distanza di sicurezza con i veicoli che vi precedono in maniera ineccepibile.
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