Volvo: rinviato il dialogo col Governo svedese sui prestiti europei
Ford potrebbe a breve vendere Volvo e la Casa svedese interrompe i negoziati col Governo svedese per i fondi della BEI
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Volvo e gli aiuti di Stato: tutto da rivedere. In un comunicato diffuso ieri alcuni portavoce della Casa svedese di proprietà della Ford hanno dichiarato che è stato sospeso il dialogo con il Governo svedese per il rilascio di garanzie da presentare alla Banca Europea per gli Investimenti. La ragione: Ford si sta ristrutturando e Volvo potrebbe essere ceduta in breve tempo.
Un atto, spiegano i responsabili della Volvo, che avrebbe confermato un prestito di 200 milioni di euro promesso a Marzo dalla Banca europea e che avrebbe consentito al Costruttore di assicurarsi adeguate garanzie da parte dello Stato, anche in virtù delle finalità di tale somma: la prosecuzione delle attività lavorative, lo sviluppo di tecnologie “pulite”, aiuti ai fornitori in difficoltà e ampliamento delle competenze tecniche.
Invece, le bocce restano ferme. Allo stato attuale, per la Volvo è disponibile una parte del fondo di 16 miliardi di euro stanziato lo scorso Dicembre dalla Banca Europea di Investimento (e “spalmato” su 4 anni) nell’ambito di un programma di supporto di tecnologie “verdi” all’industtria dell’automobile; alla fine dello stesso mese, il Governo svedese, a garanzia di questo prestito, aveva stanziato 1 miliardo e 900 milioni di euro (20 miliardi di corone svedesi) a garanzia di questo prestito.
L’ultimo atto, avvenuto a Marzo, era stato l’approvazione da parte della Banca europea di un ulteriore prestito, da 200 milioni di euro, da destinare alle attività della Volvo per il resto del 2009, uno stanziamento di fondi soggetto, però, a garanzia da parte del Governo svedese.
“Ci dispiace di non essere giunti a un accordo“, commenta Stephen Odell, Presidente e Amministratore delegato della Volvo Car Corporation. “Vediamo che gli altri Costruttori, in Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna, sono stati in grado di ottenere prestiti dalla Banca europea. Una condizione che certamente dà loro la possibilità di rimanere competitivi in questi tempi di crisi dei mercati”.
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