La filiale indiana della Hyundai prevede per il 2011 il debutto di una sua citycar a basso costo. Stanziati 170 milioni di dollari per produrla
La filiale indiana della Hyundai prevede per il 2011 il debutto di una sua citycar a basso costo. Stanziati 170 milioni di dollari per produrla
Anche Hyundai è pronta a gettarsi nella mischia indiana delle minicar a prezzo stracciato. Ieri sera, in un comunicato della Casa, Arvind Saxena, vicepresidente della filiale indiana del marchio di Seul, ha annunciato che nel 2011 anche la Hyundai avvierà la produzione di una sua utilitaria low cost, per la quale è stato stanziato un investimento di 170 milioni di dollari da destinare all’adeguamento delle linee di montaggio degli impianti di Chennai.
Le caratteristiche della vetturetta non sono ancora state anticipate, ma si può supporre che ricalcherà l’attuale successo riscontrato in India dalle vetture cheap, vendute a poche migliaia di dollari e che stanno aprendo la strada alla motorizzazione di massa. Per capirci meglio, l’India è un paese nel quale il mezzo di locomozione privato più diffuso è la bicicletta e meno dell’1% della popolazione possiede un’automobile.
La Hyundai low cost del prossimo futuro, ha indicato Saxena, sarà dunque più piccola della Santro, la citycar che viene costruita negli stabilimenti indiani del Marchio coreano. Lanciata nel 2004 ed equipaggiata con il motore a benzina di 1086 cc, è lunga 3,50 metri ed è la Hyundai più venduta in India (il suo prezzo d’acquisto è di 3.466 dollari).[!BANNER]
Ma è troppo “grande” per i piani della Hyundai indiana, che osserva i progetti degli altri Costruttori decisi a cercare una nuova via dell’oro con le utilitarie low cost. Un segmento in continua crescita, che occupa il 78% del mercato automobilistico nazionale, confermato – oltre che da Tata, “apripista” in questo settore – anche da General Motors, Toyota, Ford e Renault-Nissan: ciascuno di questi costruttori, infatti, ha annunciato nelle scorse settimane lo sviluppo di vetture low cost da produrre nei rispettivi stabilimenti indiani.
“La nostra vettura low cost, tuttavia, non sarà una copia della Tata Nano – avverte Saxena – Non possiamo ricalcarne in tutto e per tutto lo schema costruttivo. Da oggi e fino al 2011, ci sono due anni che possiamo impiegare nello sviluppo di soluzioni che ci permetteranno di offrire una vettura ancora più aggiornata”.