Il documento preparato dalla Fiat non soddisfa i rappresentanti sindacali. C’è chi fa un paragone con l’Alitalia di due anni fa
Il documento preparato dalla Fiat non soddisfa i rappresentanti sindacali. C’è chi fa un paragone con l’Alitalia di due anni fa
Il futuro di Pomigliano d’Arco è rinviato a venerdì. Sarà dopodomani, in Confindustria, l’incontro decisivo che verterà sul documento programmatico presentato dalla Fiat in merito alla riorganizzazione delle attività lavorative dello stabilimento alle porte di Napoli.
E’ quanto emerso ieri, al termine del lungo colloquio fra le rappresentanze sindacali e i vertici della Fiat, in un incontro durato nove ore che sarebbe dovuto servire per dare il “via” al nuovo corso agli impianti di Pomigliano.
Ancora una volta, invece, l’azienda e i sindacati si sono trovati distanti. Il documento redatto dalla Fiat (una cinquantina di pagine) indica i presupposti per l’inizio di produzione in Italia della nuova Panda, che attualmente viene prodotta negli stabilimenti polacchi di Tichy e per la quale sono stati stanziati 700 milioni di euro.
L’azienda stabilisce condizioni di maggiore efficienza e produttività per i turni e l’impiego delle linee di montaggio, oltre all’impegno di perseguire le intese raggiunte.
Ma questo non soddisfa i sindacati, preoccupati per le condizioni chieste dalla Fiat. “L’azienda vuole cancellare un contratto nazionale del quale è firmataria”, indica la Cgil. “Il testo presentato è da rivedere“, fa eco la Fim. Più possibilisti i rappresentanti della Uilm (“E’ un ‘nodo’ difficile da risolvere: occorre la responsabilità di tutti”) e della Fismic (“Sì è fatto qualche passo avanti, ma non ci siamo ancora”).[!BANNER]
Dal canto suo, in serata l’Unione Sindacale di Base ha fatto sapere di avere trovato “Sconcertanti analogie sindacali con la vertenza Alitalia di due anni fa”. L’Usb punta il dito sulle proposte di Sergio Marchionne, che “Contengono di tutto, dall’orario di lavoro alla monetizzazione di riposo e salute, dall’aumento dei turni alla riduzione del riposo minimo previsto dalla legge; dal raddoppio dello straordinario obbligatorio alla sostituzione della pausa pranzo con lo straordinario, dal mancato pagamento della malattia all’istituzione del turno del sabato sera, da altre deroghe al contratto di lavoro a quelle relative a leggi dello Stato”, e teme che la vertenza Fiat-Pomigliano d’Arco si trasformi in un “Ricatto occupazionale e di continuità dell’attività industriale”.
L’Ugl Metalmeccanici, sulla trattativa Fiat-Sindacati per il trasferimento della produzione della nuova Panda, invita l’azienda a “Cedere qualcosa a vantaggio dei propri dipendenti, ai quali comunque si chiedono importanti sacrifici. Occorre riflettere su questo punto: vogliamo salvare Pomigliano oppure no?”
La questione, dunque, è rinviata a venerdì, alle 15, subito dopo l’assemblea già decisa per un altro “nodo” importante: il futuro degli impianti di Termini Imerese in via di dismissione. Sarebbe interessante, a questo punto, sapere cosa ne pensano di tutto questo i 5.200 dipendenti di Pomigliano d’Arco.