Alemanno mette definitivamente la parola fine al Gran Premio di Roma e si concentra sulle Olimpiadi del 2020.
Alemanno mette definitivamente la parola fine al Gran Premio di Roma e si concentra sulle Olimpiadi del 2020.
Addio, GP di Roma. L’amministrazione comunale ha fatto il “passo indietro” ventilato nei giorni scorsi, e ha di fatto chiuso il sipario sull’ambizioso progetto della gara che avrebbe dovuto disputarsi all’Eur. La decisione è stata comunicata, questa mattina, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in una conferenza stampa indetta proprio per dare l’annuncio del ritiro ufficiale del progetto del GP di F1.
I riflettori sportivi su Roma, a questo punto, scelgono un’altra strada: quella delleOlimpiadi del 2020. “Rinunciamo a portare avanti la disputa del Gran Premio all’Eur – ribadisce Alemanno – Allo stesso tempo, annunciamo che Roma si candida ad essere sede delle Olimpiadi che si svolgeranno fra nove anni”, ha comunicato Alemanno, chiedendo nel contempo un concreto impegno da parte del Governo. Come dire: si chiude una porta, ma si apre un portone.
Si è voluta evitare la polemica
Dietro a tutto questo c’è, secondo il sindaco della Capitale, la volontà di mettere laparola “fine” a una querelle che si è trascinata per diversi mesi. Più o meno da quando era stato presentato il progetto di fattibilità del tracciato del GP, individuato all’Eur e organizzato dalla Flammini Group.
A schierarsi contro l’ipotesi della gara capitolina, le amministrazioni locali della Brianza (Comune di Monza in testa), che vedevano nella gara romana un nuovo caso di “concorrenza di Roma nei confronti del nord”. Ma anche associazioni ecomitati di quartiere, preoccupati per l’eventuale impatto ambientale e i disagi alla circolazione che sarebbero stati portati dalla presenza della F1 nella Capitale. Nelle scorse settimane, poi, era stata annunciata una ipotesi in calendario per la fine di agosto del 2013. Vale a dire, quindici giorni prima la disputa del GP di Monza, un sintomo di chiaro pericolo di concorrenza per Monza.[!BANNER]
Ha pesato il “no” di Ecclestone
Che il progetto del GP di Roma fosse stato portato avanti, pur fra molteperplessità – soprattutto politiche – è chiaro. Tuttavia, l’ago della bilancia ha iniziato a spostarsi più verso il “no” la scorsa settimana. Subito dopo, cioè, il “freno” operato dal patron della massima Formula, Bernie Ecclestone, in merito all’eventualità dei due GP in territorio italiano. In sostanza: due gare sarebbero state troppe.
“Le scuderie vogliono mantenere il numero delle gare a non più di venti a stagione, con maggiore presenza negli USA – aveva spiegato Ecclestone in una lettera indirizzata allo stesso Gianni Alemanno – Per il momento, dunque, non si può pensare a un secondo Gran Premio in Italia”. Prima doccia fredda, per il progetto del GP all’Eur. Ma una parziale speranza era stata fornita dallo stesso Ecclestone:“L’ipotesi del GP Roma sarebbe fattibile se si eliminasse Monza dal calendario iridato; oppure se si creasse un’alternanza fra Monza e Roma”.
Possibilità difficilmente attuabile, per la storicità dell’Autodromo di Monza, considerato intoccabile, e per gli ostacoli politici messi in atto dalle amministrazioni locali, e da alcuni cittadini dell’Eur, in questi mesi di travagliata gestazione del progetto.
Da qui la soluzione finale, che tuttavia Alemanno aveva già anticipato all’indomani dell’indicazione di Ecclestone: “A questo punto è evidente che serve una riflessione – aveva detto il sindaco di Roma – In ogni caso, prima di comunicare la nostra decisione sottolineo che abbiamo sempre detto che, nell’ipotesi di un’alternativa fra Monza e Roma, saremmo stati subito pronti a fare un passo indietro”. Il passo indietro è arrivato. Ci si concentrerà sulle Olimpiadi. Quelle, almeno, non avranno concorrenza interna.