Si allarga la gamma DR che in questi giorni accoglie una nuova compatta a cinque porte: la DR2. Design equilibrato e ricca dotazione i punti di forza
Si allarga la gamma DR che in questi giorni accoglie una nuova compatta a cinque porte: la DR2. Design equilibrato e ricca dotazione i punti di forza
Dopo la DR1 e la DR5, ecco la DR2, l’utilitaria Euro 4 che la casa molisana DR Motor presenta al pubblico a partire da oggi. Assemblata negli stabilimenti di Macchia d’Isernia, utilizzando carrozzeria e telaio importati dalla Cina, la DR2 è figlia della Chery A1, auto che all’ombra della Grande Muraglia ha già conquistato ottime quote di mercato, raggiungendo un buon traguardo di vendite presso un pubblico, quello con gli occhi a mandorla, che bada al sodo: robustezza, agilità di manovra, facilità di manutenzione e poco volume, dato che nelle megalopoli d’Oriente la densità della popolazione è molto elevata e spesso i quartieri sono disegnati a misura di bicicletta.
Lunga 370 cm, larga 159 e alta 153, la DR2 è destinata ad un pubblico che anche in una vettura compatta gradisce una dotazione completa al giusto prezzo seguendo un’impostazione decisamente controcorrente per l’attuale mercato delle “low cost” che spesso puntano proprio sull’essenzialità della dotazione.
Il design della carrozzeria è allineato ai gusti della clientela europea molto più di altri prodotti low cost attualmente sul mercato. La presenza della tipica calandra DR nella parte inferiore del paraurti contribuisce a garantire il family feeeling di Casa senza turbare la pulizia del frontale che vede il logo cromato del costruttore molisano posizionato su un listello cromato che unisce idealmente i gruppi ottici anteriori. Lateralmente l’assetto non eccessivamente rialzato in abbinamento ai cerchi in lega da 15″ di disegno sportivo conferisce alla DR2 un aspetto sufficientemente dinamico. A ricordarci la sua vocazione cittadina provvedono invece i robusti mancorrenti sul tetto.
Guidando la piccola DR attraverso le trafficate direttrici Roma – con la consapevolezza di essere tra i primi a farlo – la prima cosa che salta all’occhio è la maneggevolezza di guida – che permette di districarsi con facilità anche nel centro storico – accompagnata da un’estrema facilità di parcheggio garantita dai sensori montati di serie e dotati di indicatore di distanza.
L’abitacolo strizza l’occhio alle citycar più recenti e propone un quadro strumenti moderno abbinato a rivestimenti sgargianti – anche se di qualità non eccelsa – e pannelli porta che – a fronte di vani portaoggetti di dimensioni fin troppo esigue – vantano un design insospettatamente curato. Su questo fronte se la leva del freno a mano suscita curiosità per la sua sagoma piatta ed inusuale, altrettanto non si può dire per la leva del cambio caratterizzata da impugnatura e grafica sicuramente migliorabili.[!BANNER]
Ci stupisce non poco l’abitabilità della vettura che permette anche alle persone di alta statura di viaggiare comodamente sia davanti che dietro a patto, in quest’ultimo caso, di accomodarsi solamente in due sulla panchetta posteriore. I centimetri a disposizione per i passeggeri si scontano però nel bagagliaio, che con i suoi 250 dm3 non permette carichi eccezionali. Ribaltando i sedili posteriori, frazionabili anche asimmetricamente, lo spazio a disposizione può essere agevolmente ampliato raggiungendo i 650 dm3 con un piano di carico assolutamente piatto che non tutte le concorrenti possono offrire.
Full optional
Oltre ai già citati sensori di parcheggio, l‘allestimento di serie comprende sintolettore mp3 con presa Usb, climatizzatore, servosterzo, Abs, airbag anteriori, 4 vetri elettrici (tutti con discesa automatica) e specchietti retrovisori regolabili elettricamente.
Anche se confidavamo che i dati dichiarati dal costruttore – con una velocità massima di 156 km/h e un’accelerazione 0-100 km/h stimata in 12,5 secondi – fossero di assoluta prudenza, durante la nostra prova su strada dobbiamo ammettere che ci saremmo aspettati prestazioni migliori da un motore 4 cilindri di 1,3 litri e 83 cavalli di potenza massima che sembra quasi arrancare su strade extraurbane quando sarebbe utile poter contare su un maggior brio della vettura.
Qualche perplessità arriva dall’impianto frenante – di tipo misto – che pur garantendo spazi di frenata accettabili per il tipo di vettura non ci ha soddisfatto per il feedback garantito al guidatore nelle decelerazioni più impegnative.
Buoni e in linea con le dichiarazioni del costruttore appaionooinvece i consumi che permettono alla DR2 di avere un’autonomia di circa 800 chilometri, pari alla distanza tra Napoli e il confine svizzero di Chiasso. E’ un peccato però che l’indicatore durante le ore diurne risulti di difficile lettura.
La battaglia del low cost
Senza arrivare ai prezzi “stracciati” di alcune auto commercializzate in India, anche in Europa si sta timidamente affacciando la battaglia delle auto “low cost” o, per meglio dire, “low price”. I 9.830 euro necessari per l’acquisto di una DR2 sono però fin troppo in linea con i prezzi di listino di altri modelli della stessa categoria firmati da costruttori maggiormente “blasonati”, chissà quindi se i numeri daranno ragione ai concessionari DR che dalla prossima settimana inizieranno a fare i conti con il mercato italiano.